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“Ancona mia…”, il capolavoro dell’anconetano in Argentina Michele conquista il web

Michele, conosciuto sui social come Leone Montao, è un anconetano emigrato da diversi anni in Argentina a Rosario. La sua lettera pubblicata sul web è diventata virale strappando centinaia di consensi

Una lettera per sentirsi meno lontano da casa. Una lettera per ricordare le origini, quelle che non muoiono mai. E’ nato così il capolavoro del giovane Michele, sui social Leone Montao, anconetano emigrato da diversi anni a Rosario in Argentina. La sua lettera pubblicata sui social è diventata virale nel capoluogo e non solo raccogliendo centinaia di consensi. Questo il testo realizzato:

"Ancona mia

da 24 secoli guardi el mare e sei sempre più bella

con quel colle a strapiombo e la tua Cittadella.

Sei stata grega, romana, papalina, francese,

t’ha voluto tutti, pure la marina inglese.

Na repubblica marinara, un libero comune, un porto franco,

tutto questo sei stata senza mai riuscì a tenè banco.

Traià t’ha dato un porto che ancora sfoggi con orgojo,

ste robe è difficile da dì solo ‘nten fojo.

A l’ombra del Domo s’è visti eroi de mille e una battaja,

ognuno diverzo per la bandiera e il colore da la maja.

Stamura e Da Chio per resiste a Venezia e al Barbaroscia,

mai hai chinato la testa e sempre hai tenuto la bandiera roscia.

T’hanne tirato le madonne, le bombe e l’piombo fuso,

ma n’el sapevane che con noi c’era Ceriago che li guardava a brutto muso.

Po’ è rivati j’austriaci, i tedeschi e le bombe d’j alleati,

che come i saraceni ha lasciato danni e palazzi malandati.

I Polacchi è entrati e c’hanne liberato dall’invasiò

e non sarà mai abbastanza i grazie per tutta sta passiò.

Terremoti, frane e alluvioni… t’ha messo in ginocchio,

ma te Ancona mia sei sempre rinata… nonostante tutto sto pastrocchio.

Rinasci più bella de prima e continui a guardà el mare,

che per do millenni e mezza t’ha dato sempre da magnà e ‘na ricchezza da unorare.

Qul mare che carezza el Passetto la mattina coi riflessi d’argento

e bagia el porto la sera coi lapilli rossi int’un inarrestabile fermento.

Qul mare che te apre le porte verso l’Oriente,

e te rende comunque la perla più lucente d’Occidente.

Ancona mia per altri 24 secoli sarai sempre la più bella,

e torneremo a guardare el mare insieme, dal Domo, e fino a Cittadella"

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