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"Eccessiva onerosità", i fornitori abbandonano le piccole imprese: «Recedono dai contratti, rischio di blackout energetico»

In alcuni casi i fornitori recedono dal contratto, in altri casi si chiedono fideiussioni per garantire il rinnovo. Le preoccupazioni di Confartigianato

«Le micro e piccole imprese, e con loro il sistema economico, rischiano il blackout energetico». Torna a lanciare l’allarme Confartigianato Ancona- Pesaro e Urbino raccogliendo le numerose segnalazioni di imprenditori che, dai rispettivi fornitori di energia e gas, stanno ricevendo comunicazione del mancato rinnovo contrattuale. In alcuni casi si tratta di recesso tout court in base della clausola “per eccessiva onerosità”, in altri casi nelle comunicazioni, che stanno arrivando via pec, si legge che “…in ragione dell’incremento del valore della fornitura” è necessario “procedere alla costituzione di una garanzia fideiussoria emessa da un primario Istituto di credito o di un deposito cauzionale per un importo corrispondente al corrispettivo dovuto per quattro mesi di fornitura… In caso di mancata costituzione della Garanzia, la scrivente Società procederà alla risoluzione del contratto…”.

«In pratica se non saranno costituite le garanzie fideiussorie o versati depositi cauzionali, le imprese già da ottobre vedranno decadere i loro contatti di fornitura. Non si troveranno senza energia e o gas, ma andranno in automatico con il servizio di ‘Salvaguardia’ per l’energia elettrica o con il servizio di ‘Fornitura di ultima istanza’ per il gas, con l’applicazione di tariffe variabili di borsa e spread molto alti», denuncia Marco Pierpaoli, Segretario di Confartigianato Ancona- Pesaro e Urbino. «Una situazione drammatica considerato che una piccola impresa dovrebbe versare somme elevatissime, di decine di migliaia di euro per mantenere i contratti in essere, dopo che, già da mesi, stanno subendo rincari pesantissimi per bollette e materie prime. Confartigianato da tempo sta facendo sentire la sua voce a tutti i livelli istituzionali, chiedendo interventi immediati. Le imprese stanno pagando l’enorme difficoltà delle società fornitrici di energia e gas di applicare tariffe fisse, anche biennali, fino al 2024, a causa della volatilità dei prezzi. Basti pensare che negli ultimi giorni l’energia ha raggiunto un picco senza precedenti di 750 €/MWh per poi scendere a 500€/MWh, il gas da oltre 330 €/MWh di lunedì è sceso in queste ore a 206 €/MWh». 

«È assolutamente, però, prematuro parlare di crollo dei prezzi e del mercato e intanto le imprese “vivono nell’incertezza di quello che succederà nei prossimi giorni e settimane», incalza Pierpaoli. «Purtroppo i mercati di agosto si sono formati e la media dei prezzi sarà molto alta. Le imprese dopo aver ricevuto la batosta di luglio 2022, riceveranno quella, ancor più salata, di agosto 2022 con prezzi medi pari 543.15 €/MWh contro i 441.65 €/MWh medi di luglio, e i 271€/MWh di giugno. Le istituzioni, l’Europa in primis, deve intervenire per evitare una crisi economica senza precedenti con ricadute pesantissime. È necessario che il Governo, inoltre, intervenga prevedendo una rateizzazione delle bollette in arrivo e dando le garanzie per l’applicazione della misura da parte dei fornitori, perché non si ripeta quanto accaduto con il Decreto Ucraina. In quel caso la possibilità di rateizzare in 24 mesi i consumi energetici di maggio e giugno 2022, non è mai stata attuata dalle società fornitrici».


 

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