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Depositata la proposta di legge antieutanasia, Popolo della Famiglia Marche: "Combattiamo la barbara deriva ideologica"

Le parole Fabio Sebastianelli, coordinatore regionale, per le Marche, del Popolo della Famiglia commentando le Parole del Presidente nazionale del movimento, Mario Adinolfi

ANCONA -  “Depositata ieri in Corte di Cassazione la proposta di legge di iniziativa popolare che si contrappone alla barbara deriva ideologica dell'eutanasia, del  suicidio assistito e dell'aborto perché non ci siano più stragi  di innocenti.   Erode è morto 2000 anni fa. Oggi i deboli e i sofferenti vanno sostenuti, non soppressi. La nostra regione è stata la prima, in Italia, ad avere un caso di suicidio assistito, noi gridiamo: Mai più! Presto inizieremo la raccolta firme, anche nelle Marche, per sostenere questa iniziativa  del Popolo della Famiglia."

Questo ha dichiarato Fabio Sebastianelli, coordinatore regionale, per le Marche, del Popolo della Famiglia commentando le Parole del Presidente nazionale del movimento, Mario Adinolfi, che afferma:  “Chiederemo ai cittadini italiani nel primo semestre del 2024 di aiutarci con la loro firma a portare in Parlamento un ddl che tutela tre diritti, una volta intangibili e ora messi in crisi: il diritto di ogni bambino a nascere senza essere sottoposto a selezione eugenetica o altri interventi violenti attuati da strutture sanitarie; il diritto di ogni donna ad essere sostenuta, se bisognosa, nella maternità; il diritto di ogni sofferente ad essere aiutato e curato, mai soppresso. Ci ha ispirato la storia di Natale della ragazza che voleva suicidarsi ed è stata salvata dai carabinieri a Bari. In ospedale li ha visti e ringraziati. Secondo alcuni bisognerebbe aiutare il sofferente a suicidarsi, secondo la sua autodeterminazione. Il nostro ddl fissa un principio opposto, è una legge antieutanasia e contro il suicidio assistito. L’ordinamento giuridico italiano fino a poco tempo fa tutelava in termini assoluti il diritto alla vita, definita come bene non disponibile. Bisogna vivificare questa nostra radice. Un variegato comitato di cittadini guidato da un nome storico dell’associazionismo pro-life come Nicola Di Matteo, da ventenni come Davide Sanna, da donne militanti come Cristina Zaccanti e Eleonora Antonucci, da eletti negli enti locali come Alessandra Trigila e Mirko De Carli, nel depositare il ddl oggi invia un messaggio chiaro al governo: cara Meloni, meno soldi alle armi, più per il diritto alla vita. L’Istat certificata la tragedia della nostra denatalità. Il Giappone, paese in condizioni simili alle nostre, ha stanziato 20 miliardi per far ripartire la curva demografica. Il nostro ddl ne prende 5 dai 13 destinati all’aumento della spesa militare per ristabilire il diritto alla vita con mille euro al mese alle madri italiane prive di altre forme di reddito per i primi otto anni di vita del figlio, con sostegni economici a disabili gravi estesi alla famiglia che li ha in carico, con il principio che nessuna esistenza umana può essere soppressa e che i più deboli vanno aiutati, mai uccisi. Si tratta della premessa programmatica per la presenza del Popolo della Famiglia alle prossime elezioni europee”.

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