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Greenpeace issa le vele: al via la spedizione in difesa del mare da plastica e inquinamento

L'associazione ambientalista parte da Ancona con il suo progetto ed effettuerà un monitoraggio dello stato di salute del Mar Adriatico centro-meridionale

Parte domani da Ancona la spedizione Difendiamo il mare di Greenpeace Italia, giunta alla sua quarta edizione. «Lo scopo dell'iniziativa - spiegano gli organizzatori - è documentare la bellezza e la fragilità dei nostri mari, denunciare come i cambiamenti climatici e l'inquinamento da plastica siano interconnessi e producano impatti negativi sull’ecosistema marino e sulle comunità costiere».

La spedizione è organizzata in collaborazione con la Fondazione Exodus di don Mazzi, che mette a disposizione la barca a vela Bamboo, con cui Greenpeace effettuerà un monitoraggio dello stato di salute del Mar Adriatico centro-meridionale. «Alla spedizione - si legge nella nota - parteciperanno infatti i ricercatori dell’Istituto per lo studio degli impatti Antropici e Sostenibilità in ambiente marino (Ias) del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Genova, del DiSVA (Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente) dell’Università Politecnica delle Marche specializzati nello studio delle microplastiche, ed esperti di flora e fauna marina costiera del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Ambiente e della Vita) dell’Università di Genova».

L’iniziativa è stata presentata oggi all’Università Politecnica delle Marche, nell’ambito del convegno scientifico “Moby Litter un anno dopo: impatti, minacce ed opportunità per un mare in pericolo”. «Questa giornata - afferma Gian Luca Gregori, Rettore dell’Università Politecnica delle Marche - è per noi molto importante, non solo perché la salute del mare è un tema di fondamentale rilevanza e attualità, ma anche perché testimonia la necessità di creare sinergie ed approcci multidisciplinari per affrontare e trovare soluzioni a problemi complessi. La ricerca ha fatto enormi passi avanti nello studio dell’inquinamento da plastica in mare, ma questo non sarebbe stato possibile senza quella cooperazione tra comunità scientifica, associazioni ambientaliste, società civile e mondo produttivo, tutti presenti nella giornata di oggi: con questa visione sarà possibile arrivare a risultati tangibili per la salute dei mari e la vita dei cittadini».

Il tour, della durata di tre settimane, toccherà il Conero, per il quale da tempo viene proposta la realizzazione di un’area marina protetta, alcune aree marine protette già esistenti (Torre del Cerrano, Isole Tremiti, Torre Guaceto), diverse zone colpite dall’inquinamento da plastica, come la foce del fiume Pescara, e altre aree soggette a impatti inquinanti o limitrofe a grandi centri urbani. «Vogliamo svelare il lato nascosto dell’industria dei combustibili fossili, colpevole non solo dell'emergenza climatica che danneggia la biodiversità marina, ma anche di incrementare la produzione di plastica per perpetuare il suo business inquinante - spiega Giuseppe Ungherese, responsabile campagna Inquinamento di Greenpeace Italia - con l’aiuto di gruppi di sub e di comitati locali, mostreremo l’impatto della plastica nel Mar Adriatico, mentre grazie alla collaborazione con gli istituti di ricerca coinvolti nella spedizione raccoglieremo evidenze scientifiche da fornire a enti e aziende per salvare i nostri mari».

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