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Crisi del settore elettrodomestico. Si rischia il collasso: «Nel fabrianese a rischio centinaia di posti di lavoro»

La contrazione a gennaio è arrivata a sfiorare il -10% rispetto a dodici mesi fa. «Crollano marginalità e fatturato, serve un'adeguata politica industriale da mettere in campo per la sopravvivenza produttiva del settore in Italia»

FABRIANO – Il campanello d’allarme viene fatto suonare dalla FIOM-CGIL. La crisi del settore elettrodomestico ha superato da tempo il livello di guardia, ed il confronto in programma il prossimo 22 febbraio al Ministero delle Imprese e del Made in Italy dovrà rappresentare il varo di un nuovo corso di interventi per salvaguardare le imprese del settore nel comprensorio regionale. Le politiche industriali saranno al centro del dibattito, con in gioco centinaia di posti di lavoro nel fabrianese.

«Il mese di gennaio 2024 – si legge nella nota diramata – fa segnare un’ulteriore contrazione della produzione e diminuzioni di fatturato, che arrivano fino al 10% sullo stesso mese dell’anno precedente. Tutte le principali aziende del fabrianese stanno facendo ricorso a giornate di fermo per sopperire al calo di ordini, con l’utilizzo della cassaintegrazione piuttosto che delle spettanze delle lavoratrici e dei lavoratori Resta il fatto che non c’è saturazione produttiva mentre crollano le marginalità delle imprese. Il 22 di febbraio è stato convocato al MIMIT il tavolo dell’Elettrodomestico, ma sarà importantissimo iniziare una discussione di merito sulle azioni di politica industriale da mettere in campo per la sopravvivenza produttiva del settore in Italia.

Sarà fondamentale che il Governo si confronti seriamente ed ascolti le nostre proposte – prosegue il comunicato – che come FIOM abbiamo consegnato al Prefetto di Ancona il 16 gennaio; diventa ormai fondamentale che anche la Regione Marche intervenga nella discussione per la sopravvivenza dei siti marchigiani, anche dentro le operazioni di vendita da parte delle grandi multinazionali, come si sta facendo in altri territori. C’è necessita di salvaguardare e sostenere la riconversione della filiera e della catena di fornitori, che comunque ruota attorno ai grandi presidi industriali, dove si sta lavorando a regime notevolmente ridotto a causa della contrazione /o spostamento del mercato. Si pensi solo che allo stabilimento Whirlpool di Melano, se si considerano le giornate di fermo dell’ultimo semestre del 2023 ed i primi due mesi del 2024 si potrebbe generare un esubero di un terzo della forza produttiva, nonostante non si siano perse quote, se l’attuale situazione diventasse strutturale e se non si interviene facendo “sistema”, per cambiare le cose.

Rischio che speriamo fortemente possa essere scongiurato se l’operazione di acquisizione/fusione con Arcelik sarà finalizzata e se porterà i risultati sperati: proprio per questo è fondamentale che il Pubblico intervenga nel merito della discussione, agevolando il coinvolgimento delle parti sociali e dando forza e valore alle loro proposte. Servono interventi concreti e capacità progettuale di breve e lungo periodo – conclude la FIOM-CGIL – prima che i processi diventino irreversibili».

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