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Economia

Ex A. Merloni: anche la Corte d’Appello annulla la vendita

La Corte d'appello di Ancona ha confermato l'annullamento della vendita alla J & P di Porcarelli, respingendo il ricorso. Ora, tra Marche e Umbria, sono 700 gli operai che rischiano il posto di lavoro

Svolta nella vicenda ex A. Merloni: la Corte d'appello di Ancona ha confermato l'annullamento della vendita alla J & P di Porcarelli, respingendo il reclamo presentato dai commissari straordinari e dallo stesso  Porcarelli contro l'annullamento, e confermando così le posizioni delle sette banche creditrici (fra cui Unicredit, Mps, e Banca Marche.

I SINDACATI. Immediata la reazione delle forze sindacali: Fim, Fiom e Uilm  hanno espresso “tutta l’indignazione per quanto accaduto. Ancora una volta, i poteri forti rappresentati dalle banche, hanno avuto la meglio su coloro che sono stati per molto tempo il volano dell’economia reale, cioè i lavoratori.
Abbiamo già coinvolto le strutture di Fim – Fiom – Uilm Nazionali e Cgil – Cisl e Uil Regionali in modo da rappresentare le nostre istanze presso il Governo e le Regioni Marche ed Umbria.
I lavoratori, dietro questa sentenza, sono tutt’altro che rassegnati e non si piegano alla possibilità di pregiudicare il proprio futuro lavorativo.
Per queste ragioni, Fim, Fiom e Uilm convocheranno assemblee con i lavoratori nei siti di Nocera Umbra e Fabriano, per discutere su quanto accaduto e decidere iniziative forti di lotta.”

IL CONTENZIOSO. Gli istituti di credito avevano fatto ricorso contro la cessione di ramo d'azienda alla J & P perché considerata come una “svendita” (10 milioni di euro contro i 54 milioni del valore effettivo delle fabbriche), mentre i ricorrenti, sostenuti da Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil, avevano sostenuto che l’annullamento della vendita si era basato su “logiche formalistiche” e contro una sentenza del 2013 della Corte Costituzionale che aveva ribadito la legittimità delle regole sui cui si era basato il reclamo dei ricorrenti.  

Ora, tra Marche e Umbria, sono 700 gli operai riassunti dalla J & P che potrebbero rischiare il posto di lavoro: la palla passerà dunque alla Corte di Cassazione.

I PRESIDENTI DI REGIONE. “Forte preoccupazione per lo scenario di incertezza che si apre a seguito della sentenza della Corte di Appello di Ancona che ha confermato l’annullamento della vendita dei compendi industriali umbro marchigiani della Antonio Merloni in Amministrazione alla J&P Industries Spa “viene espressa dai Presidenti delle Regioni Umbria e Marche, Catiuscia Marini e Gianmario Spacca. “A distanza di cinque anni e mezzo dall’avvio dell’amministrazione straordinaria e a due anni e mezzo dalla cessione degli assetts industriali – hanno commentato Marini e Spacca - la decisione della Corte d’appello rischia infatti di rimettere in discussione un pezzo importante del programma di rilancio dello sviluppo industriale dell’area appenninica coinvolta dalla crisi della Merloni oltre che aprire una fase dagli esiti in questo momento non prevedibili rispetto alla prospettiva dei 700 lavoratori occupati dalla J&P Industries di cui 350 nello stabilimento di Nocera Umbra”. “Le Regioni Umbria e Marche – ricordano i Presidenti – avevano sollecitato un intervento del Parlamento che potesse contribuire a chiarire il quadro giuridico legato alle procedure di vendita di complessi aziendali nelle procedure di amministrazione straordinaria”. “In attesa delle motivazioni della sentenza e delle decisioni relative alla eventuale presentazione dei ricorsi presso la Corte di Cassazione da parte dei Commissari e del Ministero – hanno concluso Marini e Spacca – abbiamo inviato la ferma richiesta - in considerazione della rilevanza nazionale della vicenda – di un incontro urgente al Presidente del Consiglio dei Ministri per valutare tutte le iniziative necessarie a definire le prospettive per l’area di crisi ed i lavoratori interessati”.

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