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Impatto del coronavirus nelle imprese anconetane, Cna: «Quadro desolante»

«I giudizi sull'operato del Governo - si legge in una nota CNA - nella fase uno è netto e poco edificante, in particolare per quanto concerne il credito e la liquidità, che per il 40% di loro è da bocciare nettamente»

Oltre il 70% delle aziende anconetane oggetto dell'indagine condotta dalla CNA Nazionale e calata nel territorio locale nella fase emergenziale hanno sospeso completamente l'attività e il restante 29,4% di coloro che ha lavorato l'ha fatto con consegna a domicilio (6,7%) e a seguito della comunicazione al Prefetto (4,9%). Infine il 17,8% di loro non ha mai smesso di lavorare.

«I giudizi sull'operato del Governo - si legge in una nota CNA - nella fase uno è netto e poco edificante, in particolare per quanto concerne il credito e la liquidità, che per il 40% di loro è da bocciare nettamente. Per almeno uno su quattro male anche le procedure per la moratoria sui finanziamenti, la sospensione dei versamenti fiscali e contributivi e gli ammortizzatori sociali. Il tasto dolente resta però il credito, poiché basta pensare che solo il 27,7% ha ottenuto la moratoria sui finanziamenti e il resto non ne ha beneficiato o ha deciso di soprassedere, dopo aver ponderato negatività e le complessità. Peggio ancora per il credito bancario garantito dallo Stato, a cui ha tentato di ricorrere il 60% delle imprese di cui 2/3 di esse per la soglia sotto i 25mila euro. Di queste ad oggi ben il 95,6% non hanno ancora avuto risposta, allo 0,8% è stato accordato meno di quanto avevano chiesto ed appena il 3,6% sono stati interamente soddisfatti. Il 53% delle imprese ha fatto ricorso agli ammortizzatori sociali con sospensione a zero ore e il 12,7% di loro ha anticipato l'importo ai loro dipendenti. Il settore della moda (84,5%), il legno e arredo (77,5%) e il commercio (64,2%) hanno attinto pesantemente dalla cassa integrazione, a differenza dei servizi alle imprese (17,5%), i quali hanno fatto viceversa un forte ricorso allo smart working (42,1%), contro una media del campione indagato del 12,3%».  

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