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San Martino: il clima fa crollare i cereali, giù anche olio e frutta

Anche nel 2013 il maltempo ha fatto sentire i suoi effetti nelle campagne marchigiane. A fare un bilancio è la Coldiretti regionale, in occasione della tradizionale ricorrenza che segna la conclusione delle attività agricole

Anche nel 2013 il maltempo ha fatto sentire i suoi effetti nelle campagne marchigiane. A fare un bilancio dell’annata agraria è la Coldiretti regionale, in occasione della tradizionale ricorrenza di San Martino che segna la conclusione delle attività agricole. I problemi maggiori sono venuti dalle cattive condizioni climatiche primaverili, con pioggia e freddo che hanno interessato la nostra regione praticamente fino agli inizi di giugno. Il dato peggiore viene da quella è la coltura principale delle Marche, il grano.

Secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat, il maltempo ha determinato un calo del 20 per cento rispetto allo scorso anno, per un raccolto che si attesta sui 5,4 milioni di quintali frumento tenero e duro.

Si tratta di ben 1,3 milioni di quintali di grano in meno. Male anche l’orzo (-21 per cento, 730mila quintali), mentre tiene la produzione di mais, a quota 420 mila quintali.

Bene, invece, il girasole che risale oltre quota 900mila quintali rispetto a un 2012 che aveva visto la produzione gravemente compromessa dalla siccità. Cresce pure, sottolinea Coldiretti, la produzione di vino, con un aumento del 10 per cento rispetto allo scorso anno, per un totale di un milione di ettolitri.

Peggio è andata all’olio. A raccolta ancora in corso, si prevede un calo di circa il 10 per cento in meno rispetto allo scorso anno, per una produzione di olio di 35-37 mila quintali.

Un calo produttivo, soprattutto a livello di rese, causato anche qui dalle cattive condizioni climatiche primaverili, anche se la qualità dovrebbe essere salva.

Meno negativo del previsto il bilancio per quanto riguarda la frutta, che dovrebbe perdere non più del 5 per cento rispetto allo scorso anno. Segno meno anche per il pomodoro. Un bilancio che ancora una volta conferma la sempre più elevata incidenza dei cambiamenti climatici sull’attività agricola. Una sfida, conclude la Coldiretti, che le imprese sono oggi costrette ad affrontare.

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