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Chi è Simone Vagnozzi, l'allenatore marchigiano di Sinner e "Re Mida" del tennis italiano

C'è l'impronta del "Made in Marche" nel trionfo del campione altoatesino agli Australian Open: la storia del coach che in meno di due anni ha contribuito in maniera essenziale al decollo di Jannick, dopo gli ottimi risultati ottenuti con altri atleti italiani

«La vittoria? È perché Jannick lavora con il numero uno. Non ho mai incontrato in tutta la mia carriera un allenatore come Simone Vagnozzi». Un complimento che assume un peso notevole se a farlo, nel commentare la vittoria di Sinner agli Australian Open, è Darren Cahill, alias “The Killer”. Un supercoach che una volta appesa la racchetta al chiodo ha portato Lleyton Hewitt a diventare il più giovane numero uno di sempre nel ranking Atp, e successivamente issato sul gradino più alto della classifica Andre Agassi, divenuto a 33 anni suonati il più anziano a capeggiare la graduatoria Atp, per poi ripetersi anche nel femminile portando Simona Halep al vertice della WTA.

Un’incoronazione che peraltro fa il paio con il titolo di “Coach of the Year 2023”, riconoscimento che è stato tributato al 41enne allenatore ascolano. D’altronde, il marchigiano doc Vagnozzi ha dimostrato di meritare l’etichetta di Re Mida nel tennis italiano, trasformando in metallo prezioso tutto ciò che tocca. Prima ancora della nascita del suo sodalizio con Jannick Sinner, nato poco meno di due anni fa. Gli appassionati hanno avuto modo di constatarlo con la crescita esponenziale di Marco Cecchinato, che sotto la sua guida ha scalato oltre 160 posizioni entrando nella top 20 del tennis mondiale. Ma anche con il balzo in avanti del suo concittadino Stefano Travaglia, dopo essersi affidato a lui ha cominciato ad orbitare nei primi 100 fino a raggiungere la posizione numero 60 (per gli amanti delle coincidenze clamorose, ha centrato la sua prima finale nel circuito proprio in Australia, guarda caso a Melbourne, persa curiosamente contro Sinner). Quindi, nel 2022, l’incontro con l’altoatesino, ed il resto è storia recente: vittoria di Jannick nello stesso anno a Umago (contro Alcaraz), poker nel 2023 (Montpellier, Toronto, Pechino, Vienna) e la ciliegina della Coppa Davis, quindi l’exploit degli Open d’Australia.

Dal suo ritiro dall’attività agonostica, avvenuto nell’estate 2015, Vagnozzi ha insomma assunto i connotati di vero “guru” della disciplina, mettendo a disposizione la sua esperienza di ex giocatore al servizio del tennis tricolore, che lo aveva visto peraltro da adolescente – cresciuto nel Circolo Cartiera di Ascoli Piceno – cucirsi sul petto due scudetti a squadre da Under 12 ed Under 18. Da Castorano (dove vive) ai vertici del pianeta, insomma, passando per il Circolo Tennis Maggioni di San Benedetto del Tronto, del quale è titolare: il “Made in Marche” lascia la sua impronta anche in uno dei più importanti trionfi nella storia della sport nazionale. Con il tocco di Simone, il “Re Mida”. O meglio ancora, il numero uno. Parola del “killer” Cahill.

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