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Venerdì, 26 Aprile 2024
Economia

Unioncamere: “Ancora in rosso il sistema delle imprese marchigiane”

Nei primi tre mesi del 2014 sono state 4.887 quelle che hanno cessato l'attività mentre ad avviare una nuova azienda sono stati in 3.259, con un saldo negativo di 1.628 imprese ed una riduzione di 5 mila posti di lavoro

Ancora in rosso il sistema delle imprese marchigiane. Nei primi tre mesi del 2014, secondo i dati Movimprese, elaborati dal Centro Studi Unioncamere Marche, sono state 4.887 quelle che hanno cessato l’attività mentre ad avviare una nuova azienda sono stati in 3.259, con un saldo negativo di 1.628 imprese ed una riduzione di 5 mila posti di lavoro.

“Tradizionalmente il primo trimestre dell’anno” spiega Adriano Federici presidente Unioncamere Marche, “consegna sempre alle statistiche un bilancio negativo delle iscrizioni e cancellazioni al registro delle imprese, perché chi vuole chiudere un’attività lo fa prevalentemente alla fine dell’anno e le Camere di commercio le registrano all’inizio di gennaio. Ciò non toglie che il dato che emerge nei primi novanta giorni del 2014 ci preoccupa, perché, malgrado i primi segnali positivi sul fronte dei consumi e della fiducia imprenditoriale, la tanto attesa ripresa economica si fa ancora attendere”.

A vivere le maggiori difficoltà sono state agricoltura, artigianato e commercio. Le imprese artigiane sono diminuite di 602 unità, scendendo per la prima volta dall’inizio della crisi sotto quota 49 mila  mentre il settore commerciale ha registrato un calo di 634 aziende, frutto della frenata dei  consumi che si è protratta per tutto il 2013 e che solo ora sembra rallentare. In agricoltura prosegue la riduzione del numero delle imprese, che si protrae ormai da diversi anni, non solo per la crisi, ma anche per un nuovo e più moderno modo di intendere l’impresa agricola, sempre meno individuale e sempre più strutturata.

“Questo” sostiene Federici “per le nostre imprese è il momento di resistere perché il vento  sta cambiando e bisogna essere pronti a cogliere le opportunità che arriveranno dal rilancio dei consumi. Ma occorre anche che la politica sappia restituire fiducia a chi vuole scommettere sull’impresa. Agli imprenditori che resistono e a quelli che si affacciano per la prima volta sul mercato, più che incentivi servono certezze. Solo così potranno tornare ad investire ed a creare occupazione e sviluppo”.

Esaminando i dati delle imprese iscritte ai registri delle Camere di commercio marchigiane, si può vedere come l’edilizia sia ancora in difficoltà, malgrado gli incentivi per le ristrutturazioni ed il risparmio energetico che hanno frenato ma non hanno invertito la rotta: in tre mesi le imprese in attività sono diminuite di altre 341 unità. Nel manifatturiero, che perde 341 imprese, il prezzo più pesante lo paga la meccanica (-60) seguita dall’abbigliamento (-41) e dal calzaturiero (-39).

A gettare la spugna sono soprattutto le imprese individuali (-1.397) che coprono quasi tutto il saldo negativo del trimestre. Questo conferma che il sistema produttivo marchigiano si sta riorganizzando, privilegiando le nuove forme societarie.  Non è un caso se anche nel primo trimestre del 2014, continuano ad aumentare le società di capitale (+130) mentre calano le società di persone (-319). Le cooperative sono 13 in meno e, complessivamente, i consorzi e le altre tipologie d’impresa perdono 42 unità. Sul territorio, il conto più pesante, lo paga il sistema produttivo della provincia di Macerata (-485 aziende) seguito da Ancona (-368), Fermo (-349), Pesaro Urbino (284) e Ascoli Piceno (-142).

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