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Pos obbligatorio, la rabbia dei commercianti anconetani: «Arricchiamo le banche, le commissioni incidono troppo»

I commercianti anconetani tra Pos e pareri. Pensieri bivalenti ma un’unica lamentela, quella legata alle commissioni

ANCONA- Il 30 giugno ha portato con sé l’obbligo per tutti i commercianti di accettare, nei propri esercizi di qualunque natura essi siano, pagamenti elettronici. I pareri, in questo senso, sono stati diversi e di varie vedute. Pur ammettendo i benefici delle “carte”, che di fatto rappresentano il futuro, le lamentele principali hanno riguardato le elevate commissioni (e talvolta le code in cassa) che finiscono per danneggiare gli stessi operatori:

«Utilizzo il pagamento elettronico da venti, ventidue anni praticamente – ha spiegato Silvano Pacetti del Pacios Pub – Non ho problemi con questa metodologia che anzi cerco di incentivare. Dico solo una cosa, invece di fare bonus, cashback e altre cose particolari perché non si riducono i costi ai gestori che continuano ad essere elevatissimi? Ormai la clientela paga la metà in contanti e la metà in carta, e quest’ultima percentuale è destinata ad aumentare». Sulla stessa lunghezza d’onda Michele Angelo Zannini del Caffè Giuliani, in pieno centro ad Ancona: «Il Pos lo facciamo utilizzare da una vita, ha sicuramente dei lati positivi ma rallenta le operazioni di casa e ci sta facendo regalare soldi alle banche. Le commissioni sono altissime e incidono, inutile girarci intorno. Nessuno può dire che i benefici non ci siano, si riduce il contante in cassa ed evita tante problematiche ma, allo stesso modo, gli ostacoli ci sono. Quando arrivano delle tavolate, e dividono i costi, le tempistiche aumentano a dismisura. Bisogna trovare qualche soluzione per velocizzare il tutto tenendo conto che l’urgenza deve riguardare le commissioni».

Un caso particolare è quello delle tabaccherie, come spiega Silvia Trillini di Art&Glamour in via Torresi: «Tenendo conto che le nostre vendite riguardano Monopoli di stato o altri prodotti particolari siamo una delle categorie più penalizzate in assoluto. Su 73,50 euro di marca da bollo a noi, di guadagno, resta veramente poco. Aggiungendoci il pagamento elettronico la situazione è ancora peggiore. Su 5 euro di sigarette, già tassate, se le faccio anche pagare in carta incassiamo una miseria. Poi, per carità, esistono apposite convenzioni che consentono di rimborsare le commissioni bancarie dai 15 euro in giù ma, tendenzialmente, più alta è la spesa e più ci andiamo a rimettere con il pagamento elettronico. Sarei anche favorevole a tutto questo ma il Governo deve tutelarci. Le discussioni sono tutte in stand by e non si capisce che uscita possa esserci».

Francesco Saracini di Sportlife23 riassume un po’ quanto detto dai suoi colleghi in chiusura: «Il pagamento elettronico, da noi non è un problema. Per le transazioni alte, di fatto, è diventata la regola. Per quelle basse, invece, c’è il problema delle commissioni ma credo che interessi un po’ tutti e che vada trovata una soluzione condivisa che non danneggi la categoria».

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