rotate-mobile
Politica

L'ombra della malavita su Ancona, l'allerta del consigliere Berardinelli: «Troppa indifferenza»

«Stiamo attenti perché Ancona è a rischio, c'è un terreno fertile su cui l'amministrazione comunale dovrebbe mettere dei paletti e non li ha messi» ha detto il forzista Daniele Berardinelli

Ci sono dei puntini che si uniscono e che, forse, collegati ad altri puntini ancora nell’ombra, potrebbero dare un quadro preoccupante della città di Ancona, come di un capoluogo sotto attacco della corruzione e a rischio infiltrazioni malavitose. E’ l’allarme lanciato oggi in conferenza stampa dal consigliere comunale di Forza Italia Daniele Berardinelli, preoccupato per una certa «indifferenza delle istituzioni e dell’Amministrazione Mancinelli di fronte a sintomi chiari». I sintomi sono i puntini da unire. Quali? 

Il primo è quanto detto nel febbraio 2015 dal presidente dell’Autorità nazionale Anticorruzione Raffaele Cantone, per cui, in 6 casi su 10, i Comuni commissionano lavori pubblici tramite affidamento diretto senza passare per una procedura di gara. «Se questo non è di per sé sintomo di corruzione - spiegò Cantone - descrive però un quadro in cui prevalgono procedure meno garantite e quindi più esposte e pericolose». Lo stesso Cantone pubblicò un elenco dei Comuni capoluoghi di regione dove la percentuale di appalti a gara negoziata erano superiori alla media. C’è anche Ancona che, in pochi anni, sarebbe passata dal 60% all’80% dei contratti pubblici stipulati in affidamento diretto. 

Il secondo punto sono i sempre più frequenti moniti lanciati dal procuratore generale della Repubblica di Ancona Vincenzo Macrì che, già in occasione dell’apertura dell’anno giudiziario 2015, disse che «le Marche sono una regione stretta in un anello in cui la ‘Ndrangheta si è già infiltrata, per cui alta deve essere l’attenzione, soprattutto alla luce delle grandi opere che ci riguardano da vicino». Fino a dire che «le Marche non sono più un'isola felice». Parole rilanciate da Macrì anche di recente in un’intervista al Resto del Carlino in cui parlava di poteri e lobby affaristiche presenti nella città dorica. 

Daniele Berardinelli-3Per Berardinelli (in foto) il terzo punto è come vengono gestite le gare d’appalto ad Ancona, per cui «Il  Comune di Ancona continua a percorrere la via della procedura negoziata che è pericolosa. Come era stato fatto per la galleria del Risorgimento, i lavori si fanno partire sempre per una parte così il prezzo è più basso e si può gestire il bando più facilmente e in velocità. Asse Nord-Sud? Dovevano fare tutti i giunti dalla Baraccola al Centro e finire entro i primi di dicembre 2015 e ancora deve partire la seconda tranche. Viale della Vittoria stesso discorso: invece di rifare tutto l’asfalto, hanno avviato solo dal Passetto fino allo stadio Dorico, così i lavori sono sotto il milione di euro e il bando è più facile da assegnare. E’ grave per due motivi: primo significa che lo scopo dell’amministrazione è fare la conferenza stampa di avvio dei lavori per far vedere che si fanno le cose e poi non le si fanno. Ma la vera beffa è che questo tipo di procedure espongono il Comune a fenomeni malavitosi e di corruzione che attecchiscono sulla nostra comunità».

Già perché, secondo le normative, in caso di appalto dal valore inferiore al milione di euro, scatta la procedura negoziata per cui il Comune identifica un numero minimo di operatori economici da invitare alle gare informali per l'aggiudicazione di un appalto e poi, sulla base delle offerte, decide. E proprio in riferimento ai lavori dell’asfalto lungo viale della Vittoria, la prima impresa a cui era stato affidato in via provvisoria (appalto da 726 mila euro più Iva) era stata messa fuori gioco proprio dalla mancata certificazione antimafia. E vai con la seconda impresa. «Stiamo attenti perché Ancona è a rischio - ribadisce Berardinelli - C’è un terreno fertile su cui l’amministrazione comunale dovrebbe mettere dei paletti e non li ha messi. Sarebbe opportuno, ad esempio, fare un consiglio comunale aperto, invitando figure istituzionali inerenti, per parlare della situazione corruzione ad Ancona». Dunque per il forzista si deve stare attenti alle modalità di affidamento, usate per ottimizzare tempi e costi di un intervento pubblico dalle P.A., ma anche come cavallo di Troia da parte di ditte poco trasparenti. Nel peggiore dei casi aziende legate a qualcosa che, ahinoi, non è più così impensabile nella regione: le mafie. Le stesse che, come ha detto il super procuratore antimafia Nicola Gratteri in un'intervista esclusiva ad AnconaToday, «nelle Marche riciclano e gesticono il traffico di cocaina». 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

L'ombra della malavita su Ancona, l'allerta del consigliere Berardinelli: «Troppa indifferenza»

AnconaToday è in caricamento