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Economia

Caldo record e siccità, anche sul Conero la vendemmia parte presto

Almeno un paio di settimane in anticipo anche per la produzione di doc e docg sul monte anconetano. I primi passaggi in vigna in questi giorni

Temperature elevatissime, siccità e così anche nella zona del Rosso Conero si comincia a vendemmiare in largo anticipo rispetto al solito. Non è la vendemmia di San Lorenzo nella Vallesina di cui vi abbiamo parlato nei giorni scorsi ma anche qui, tra Ancona, Offagna, Camerano, Castelfidardo, Sirolo, Numana e Osimo, si parla già di 10/15 giorni di anticipo. Silvano Strologo, dell'omonima cantina di Camerano, inizierà questo weekend partendo dall'Incrocio Bruni, vitigno creato innestando Verdicchio e Sauvignon, riscoperto da qualche anno. «Lo scorso anno ho iniziato il 4 settembre – spiega Strologo – mentre adesso l'uva è già matura. Partirò con quelli e con la base spumante. Il rosso? Con il montepulciano, un'uva tardiva, bisogna vedere in corso d'opera: dovesse piovere guadagnerebbe tanto. Andremo comunque incontro a un calo di produzione. I grappoli sono molto piccoli. Di ottima qualità ma mi aspetto un – 20% di produzione».

Non concorda sulla pioggia, Ettore Janni, enologo e produttore con la sua Vigna della Cava in quel di Offagna. «A questo punto – dice – l'acqua la prenderebbe la pianta e non il grappolo. Sarebbe anche peggio. Ad ogni modo, pur non andando incontro a una delle migliori annate, la vita ha reagito bene. La resa sarà minore perché abbiamo acini piccoli ma belli e sani e questo ci darà maggiore qualità». Anche Janni è sul punto di iniziare. L'avvio della vendemmia nella sua azienda è previsto per il prossimo fine settimana con le basi spumante da montepulciano. Coldiretti marche ha stimato, per i primi 10 giorni di agosto, valori medi di 35,9 gradi, ben 7,2 gradi in più rispetto alla media del periodo con un -78% di precipitazioni «con pesanti ripercussioni sul reddito degli agricoltori, peraltro costretti a sopportare costi extra per l’irrigazione e l’alimentazione degli animali. Il caldo non risparmia, infatti, neppure gli allevamenti, dove crolla la produzione di latte di mucca e di pecora». 

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