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Tares: chi saranno i più colpiti dalla nuova tassa sui rifiuti

Il vero cambiamento nel passaggio dalla Tarsu alla Tares lo vedranno alcune attività commerciali e non sarà una modifica in positivo. A spiegarlo è Marco Pierpaoli della Confartigianato e chiede dei provvedimenti

Chi sarà più penalizzato dalla nuova tassa sui rifiuti denominata Tares? La famiglie di sicuro vedranno dei ritocchi, ma a subire un vero cambio di passo nel pagamento della tariffa saranno alcune attività commerciali. Quali? Ortofrutta, pizzerie al taglio  e fiorai. A confermarlo è anche l'associazione Confartigianato. Una tassa su cui il sindaco Valeria Mancinelli aveva già spiegato che, più di tanto, non si sarebbero potute portare modifiche delle tariffe. Quali sono i problemi principali? Il primo sarebbero i costi di gestione industriale di Anconambiente. Secondo il fatto che si starebbe ancora seguendo un modo di fare differenziata obsoleto.

“Noi come associazione diciamo che comunque la tassazione è a livello insostenibile – ha detto Marco Pierpaoli di Confartigianato – Chiediamo delle detassazioni per chi non conferisce in discarica. Dobbiamo dire che il Comune ha cercato di andare incontro ad alcune categorie ma non si possono far pagare le tasse a chi rifiuti per Anconambiente non li produce”. Pierpaoli si riferisce ad esempio ai gommisti che producono rifiuti che vengono smaltiti da aziende speciali e che quindi non manderebbero nulla ad Anconambiente, tuttavia devono comunque pagare il piano industriale della municipalizzata per cui pagano due volte. Qual è la soluzione dunque? “Devono essere ridotti i costi di Anconambiente e si deve lavorare per un'unica azienda su base provinciale”.

I costi sono un problema anche per Daniele Berardinelli che, da vice presidente commissione bilancio attacca sui costi: “E' tutto lì il problema. La Tares esprime il concetto semplice che tutti i rifiuti vanno pagati. Si deve fare un porta a porta spinto. Trovare il modo per portare la raccolta differenziata ad un livello superiore. Mi sarei aspettato dalla nuova giunta un'inversione di rotta, per esempio con la rinuncia al fallimentare Igenio e un'accelerazione verso la differenziata spinta e di qualità che avrebbe potuto trasformare i costi della spazzatura in ricavi per il comune”. L'esponente dell'opposizione fa riferimento ad alternativi metodi di selezione della raccolta differenziata che consentono una selezione tale dei rifiuti da potersi permettere di rivendere le quantità di materiali riciclabili ad aziende terze al fine di far anche avere un profitto al comune. Fa l'esempio di Bologna Berardinelli, “un comune che ha 4 volte gli abitanti di Ancona, paga il costo del trattamento del riciclo dei rifiuti 350mila euro, risparmiando 2.500.000 euro incassati dalla vendita di materia prima.

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