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Fabriano: ex sindaco condannato per evasione fiscale del Comune

L'ex primo cittadino Roberto Sorci, ha scritto ai ministri dell'Interno e della Pubblica amministrazione, al segretario del Pd Renzi e al presidente Anci Fassino sollecitando di fare chiarezza "nello stato confusionale del Paese"

Lo Stato “non può dichiarare evasore se stesso, e i sindaci non sono rappresentanti legali degli enti che amministrano: un Comune non è un'azienda privata”. L'ex sindaco Pd di Fabriano Roberto Sorci, condannato a 9 mesi di reclusione per l'omesso versamento di 109.380 euro di Iva (pena ridotta a 4 mesi e poi commutata in 33.700 di multa) ha scritto ai ministri dell'Interno e della Pubblica amministrazione, al segretario del Pd e sindaco di Firenze Renzi e al presidente nazionale dell'Anci Piero Fassino sollecitando una circolare esplicativa che faccia chiarezza “nello stato confusionale del Paese”.

“L'Agenzia delle Entrate - spiega Sorci, in carica fino al maggio 2012 - ha dichiarato evasore un'altra Pubblica amministrazione nonostante l'evidenza dell'errore umano commesso dal mio ufficio comunale preposto, che aveva omesso il versamento Iva in compensazione dei mesi di maggio, agosto e settembre 2008 entro il termine dell'acconto relativo al periodo di imposta successivo”.
Un “non senso”, secondo l'ex primo cittadino, sia perché “i Comuni sono sempre in credito di Iva e dunque è impossibile evaderla, sia perché il Dgls 165/2001 e il Testo Unico 26 del 2000 chiariscono in modo univoco le responsabilità politiche dei sindaci, distinguendole da quelle gestionali”.

Un'amministrazione pubblica, “dovrebbe sapere che all'organo politico sono vietate per legge le attività gestionali, comprese quelle che impegnano l'ente verso l'esterno, di esclusiva competenza dei dirigenti preposti”.
La dichiarazione Iva, come il contratto di tesoreria, è un atto gestionale: deve essere firmato dal dirigente, il quale “ne è responsabile per legge”.
L'Agenzia delle Entrate chiede ai sindaci di firmare “come legali rappresentanti le dichiarazioni Iva” ma per Sorci, “queste dichiarazioni teoricamente dovrebbero essere tutte annullate per difetto di sottoscrizione”. Il paradosso è “che al sindaco è impedita la 'gestione', ma deve comunque rispondere penalmente degli errori dei dirigenti”, per altro “ben pagati”.

“Chi mette in gioco la propria faccia ogni giorno, come un sindaco, deve fare i conti con una visione sciocca del legislatore, che rincorre false forme di trasparenza, delegittimando ancora di più la politica per rafforzare i burocrati”.
Di qui la richiesta di una circolare “da trasferire a tutte le articolazioni dello Stato che spieghi meglio quanto previsto dal Dlgs n. 165 sulle 'Norme generali sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche”'.

Sorci intanto ha già fatto ricorso contro la condanna: “per difendere la mia onorabilità e quella di oltre 8 mila sindaci italiani”.

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