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Cronaca

Migranti accolti al porto, due vengono subito arrestati

Erano stati già espulsi più volte in passato e inibito loro l’ingresso nel suolo italiano per 5 anni. Hanno violato il decreto

ANCONA - C'erano anche due clandestini, già espulsi dall'Italia più volte, a bordo della Ocean Viking arrivata ieri al porto di Ancona con 336 migranti salvati dalle acque del Mediterraneo. Gli uomini della squadra mobile, dopo le pratiche di identificazione che sono andate avanti tutta la notte al Palaindoor di Ancona (e che hanno riguardato anche gli accertamenti medici), hanno arrestato un tunisino di 27 anni e un pachistano di 36 anni per aver violato il provvedimento di espulsione. Ad entrambi era stata rigettata la richiesta di asilo e nel 2021 sono stati imbarcati a bordo di aerei preposti al rimpatrio. Non era la prima volta che tentavano l'ingresso in Italia tramite barconi della speranza. II pachistano, che fa il fornaio, ha fatto 11 ingressi abusivi in Italia, dal 2010 (il primo) fino al 2021 (il penultimo) per il quale aveva un ordine di espulsione della prefettura di Udine. La Ocean Viking, nave della ong Sos Mediterranee, lo ha preso a bordo nei giorni scorsi, insieme ad altri 25 migranti che erano sul gommone, partito dalla Libia e poi naufragato, quello dove ci sono stati almeno 60 morti in mare.

Era tra i sopravvissuti trovati in acqua. In passato era stato espulso anche dalla prefettura di Macerata. II tunisino invece aveva alle spalle già due ingressi abusivi, in uno è stato trovato a Melfi (in Basilicata) e in un altro a Lampedusa. L'ultima espulsione portava la firma della prefettura di Potenza (sempre in Basilicata). Questa mattina entrambi sono comparsi davanti al giudice Carlo Cimini, al tribunale di Ancona, per la convalida dell'arresto formalizzato nella notte. Il pachistano, difeso dall'avvocato Riccardo Somma, ha riferito che il suo nuovo tentativo di entrare in Italia è stato per raggiungere un parente che vive a Morrovalle. Il tunisino, difeso dall'avvocato Daniele Sandroni, ha spiegato che credeva che il provvedimento di espulsione avesse una validità limitata. L'arresto è stato convalidato per entrambi e il giudice ha disposto l'obbligo di firma per tutti e due fino al termine della procedura a loro carico. Il pachistano ai carabinieri di Morrovalle e il tunisino all’ufficio immigrazione della questura dì Ancona. Entrambi gli avvocati hanno chiesto i termini a difesa, per valutare un rito alternativo e la direttissima è stata aggiornata per il 23 aprile per il tunisino e il 7 maggio per il pachistano. Il giudice ha già dato il nulla osta per l'ennesima espulsione. 

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