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Incidenti stradali

Incidente di Urbino, chi sono le quattro vittime dello scontro in galleria

A perdere la vita l'autista dell'ambulanza, Stefano Sabbatini, il medico Sokol Hoxha, l'infermiera Cinzia Mariotti ed Alberto Serfilippi, che il mezzo stava trasportando all'ospedale di Urbino

URBINO – Il tratto finale di una galleria, che piega leggermente formando una semicurva, quindi la collisione frontale. Violentissima, tanto da devastare la parte frontale dell’autobus contro cui si è andata a infrangere l’ambulanza che proveniva dal senso di marcia opposto, ed a trasformare il tunnel in un inferno di fiamme e fumo, provocato dall’esplosione delle bombole ad ossigeno presenti all’interno del mezzo di soccorso. Quattro vite spezzate in un attimo, all’interno dell’abitacolo della Potes nel quale viaggiavano l’autista Stefano Sabbatini, 59 anni, il medico 41enne Sokol Hoxha e l’infermiera Cinzia Mariotti, infermiera 49enne, intenti al trasporto di Alberto Serfilippi, 85 anni, che sarebbe dovuto arrivare all’ospedale di Urbino.

La notizia della tragedia comincia a circolare. Telefonate, messaggi scritti e vocali che generano sconcerto ed incredulità, che provocano lacrime, che devastano chi ha condiviso con le vittime la quotidianità del lavoro volto ad aiutare e soccorrere agli altri. Stefano abitava poco distante dal luogo dell’incidente, Sokol proveniva dall’Albania ma dopo gli studi di medicina nel capoluogo era restato a lavorare nelle Marche, Cinzia era attesa a cena da figlia, genero e nipotino. Vite spezzate in un attimo, come quella di Alberto, che aveva compiuto da qualche giorni 85 anni e l’equipaggio 1408 stava conducendo in un viaggio di routine verso il presidio di Urbino.

Le ambulanze continuano a marciare spedite per dare aiuto a chi deve essere soccorso, nel luogo dell’incidente. Le voci del personale degli altri veicoli, via radio, sono incrinate; il cuore dei colleghi spezzato nello svolgere nonostante il dolore la propria consueta opera quotidiana, fatta di supporto ed assistenza. Al di fuori della galleria ci sono gli occupanti del pullman, bambini ed adolescenti coraggiosissimi e con grande sangue freddo nel guadagnare l’uscita del tunnel, ubbidienti nel seguire le indicazioni degli accompagnatori e persino composti nello sfogare la tensione e la paura nel pianto, inevitabile, per il pericolo scampato. La gran parte di loro ha fatto ritorno a casa, più tardi, accompagnata da un altro mezzo verso Grottammare e Cupra Marittima, per alcuni invece si è reso necessario un controllo per via del fumo inalato durante l’incendio in galleria.

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