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Cronaca

«Colpito dal gancio della gru, il casco mi ha salvato la vita»

Poteva andare peggio anche a lui perché qualcosa di grosso lo ha colpito alla testa

«E’ successo tutto in un secondo, il tempo di alzare lo sguardo per capire che cosa stesse succedendo, poi ho sentito un colpo in testa. Da lì non ricordo più nulla. Secondo me sono stato colpito dal gancio della gru che in quel momento era sulla piattaforma, che poi mi pare sia caduta in mare, forse prima sulla barca e poi in mare, ma non ne sono sicuro. In linea di massima sto bene». Sono queste le parole dell’operaio di 47 della Provincia di Bari, rimasto ferito, per fortuna in modo lieve, nell’incidente alla piattaforma Eni a largo di Ancona. Le sue condizioni sono buone e stabili e dopo poco dal suo arrivo al Pronto Soccorso dell’ospedale regionale di Torrette, prova a ricordare quegli istanti maledetti in cui un collega ha perso la vita.  

«Non mi ricordo molto di quello che è successo. Da quello che ricordo io ero sulla barca insieme all’altro collega. Quando mi sono ripreso, ho chiesto solo quanti eravamo in quella barca, se in 2 o 3 perché ho capito subito che era successo qualcosa di grave». Eppure poteva andargli peggio perché qualcosa di grosso lo ha colpito alla testa. Ma per fortuna lui, esperto di piattaforme che lavora per la società Bambini di Ravenna da 12 anni di cui 8 passate sulla “Barbara F.”, aveva il casco.

«Da quello che mi hanno detto i medici mi è andata fin troppo bene perché portavo il casco. Credo e spero che mi abbia salvato la vita. Questo è il primo incidente del genere, ma il casco c’è sempre. Si vede che oggi doveva andare così». 

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