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Lunedì, 29 Aprile 2024
Salute

Neomamma operata di tumore da sveglia: intervento speciale ad Ancona

E’ stato effettuato questa mattina l’intervento chirurgico di asportazione in “awake”  di un tumore in sede frontale in una giovane mamma

ANCONA -  E’ stato effettuato questa mattina l’intervento chirurgico di asportazione in “awake”  di un tumore in sede frontale in una giovane mamma. Appena due mesi fa la paziente ha dato alla luce un bimbo che ora viene regolarmente allattato. Il dottor Roberto Trignani - Responsabile della SOSD  - e una equipe multidisciplinare di cui fanno parte i neurochirurghi Stefano Vecchioni e Michele Luzi,  il neuroanestesista Edoardo Barboni e la neuropsicologa Silvia Bonifazi,  tutti noti per l’utilizzo delle procedure neurochirurgiche in “awake”,   dopo una valutazione collegiale hanno optato per questa tipologia di trattamento chirurgico col duplice obiettivo di : ottimizzare la preservazione delle aree funzionali cerebrali; evitare il carico di farmaci anestesiologici di un'eventuale anestesia generale che impedirebbe di proseguire con l'allattamento del piccolino. 

Trignani spiega nei dettagli il senso di questa scelta: “Ad un'analisi delle procedure neurochirurgiche in "awake" realizzate in questi anni presso la nostra struttura si apprezza un'implemetazione crescente di tecniche e tecnologie evolute intraoperatorie ma anche un progressivo "empowerment" del paziente nel percorso di cura.  E'  stato quasi un movimento naturale quello di far muovere parallelamente alla crescita di utilizzo di tecnologie la crescita della forza del paziente. L'energia dell'uomo è potenzialmente infinita ed anche in un momento di difficoltà come la malattia non riuscirà mai a farsi sopraffare e dominare dalla tecnologia.

Le procedure chirurgiche in awake hanno proprio questa caratteristica di consentire un'alleanza strategica tra uomo e tecnica, anzi è l'uomo che guida la tecnica ad esprimere il suo potenziale curativo. L'uomo partecipa, mette a disposizione le sue energie meccaniche, le sue energie mentali, le sue emozioni, le sue abitudini ed anche con i suoi affetti per guidare un bisturi estremamente tecnologico a realizzare una ferita che non lasci cicatrici funzionali; anzi partecipare attivamente al suo percorso di cura potenzia le energie di "resilienza" ma anche di guarigione del paziente. Nella chirurgia in awake l'uomo, presente in modo attivo con le sue energie migliori, diventa una sorta di servo-meccanismo che sa controllare fin dove può spingersi in modo sicuro la tecnologia. L'atto chirurgico diventa quasi un atto naturale, "normalizzato" nell'ambito delle attività che riempiono la vita di un individuo. Infine, chiosa: “la tecnologia, anche la più evoluta compresa l'intelligenza artificiale, rimarrà sempre al servizio dell'uomo, soprattutto quando l'uomo è sveglio"-  
 

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