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Stessa malattia ma approccio diverso tra uomini e donne: «La malattia di genere è il futuro»

Una stessa malattia ha effetti differenti a seconda del sesso del paziente, della sua età, etnia, delle condizioni economiche, civili e culturali. Il convegno del Soroptimist

ANCONA - Una stessa malattia ha effetti differenti a seconda del sesso del paziente, della sua età, etnia, delle condizioni economiche, civili e culturali. Per questo si parla da tempo di “Medicina di genere”, tema approfondito ieri alla Mole nel corso del convegno organizzato dal Soroptmist di Ancona con il patrocinio della Commissione per le Pari Opportunità della Regione Marche, del Comune di Ancona (che ha messo a disposizione la Sala delle Polveri), Lilt e GISeG. Un appuntamento per fare il punto su “salute della donna e prevenzione". I dati sulle diagnosi nelle Marche vedono le donne ammalarsi più frequentemente di tumore (+4% rispetto agli uomini), malattie osteomuscolari (+22%) e malattie all’apparato genito urinario (+12%).

«Ma la Medicina di genere non è più limitata alla salute della donna ed in particolare al suo apparato riproduttivo – avverte Rosanna Berardi, presidente di Women for Oncology Italia – e oggi esplora un mondo nuovo che interessa anche l’orientamento di genere diverso: si pensi che in Italia circa 3000 persone hanno cambiato sesso. Necessario, dunque, inserire la medicina di genere nei programmi universitari, partendo dalla considerazione che l’aspetto biologico determina differenze fondamentali tra i sessi: la donna vive più a lungo dell’uomo ma gli ultimi anni di vita sono più invalidanti. In oncologia mancano studi specifici su sfumature che, approfondite, permetterebbero di prendersi meglio cura dei pazienti». Secondo Annamaria Moretti, pneumologa e presidente della Società internazionale di Medicina di Genere «la centralità del paziente con definizione dei relativi parametri biologici e socio-economico culturali rappresenta il futuro della professione medica». Al convegno hanno preso parte anche il cardiologo Antonio Dello Russo, il direttore della Clinica Medica, Gianluca Moroncini, i biologi Laura Mazzanti e Arianna Vignini, il virologo Massimo Clementi. Ogni specialista ha evidenziato le differenze di genere riscontrate nella propria branca. Presente, nelle vesti di moderatrice, anche Maria Antonietta Lupi, ematologa e presidente del Comitato Pari Opportunità del Soroptimist International d’Italia. Un’occasione per diffondere buone pratiche per mantenersi in salute e porre l’accento «sull’importanza della prevenzione secondaria, con visite volte a diagnosi precoci, e terziaria, prendendosi cura delle persone che hanno vissuto l’esperienza del cancro sotto l’aspetto medico, psicologico ed economico» come sottolineato da Rosa Brunori Ciriaco, coordinatrice regionale del Lilt.«Il Soroptimist International Club di Ancona – ha spiegato la presidente Antonella Daniele - in occasione della giornata internazionale della donna ha voluto contribuire a diffondere le buone prassi per prevenire, riconoscere e curare al meglio le più comuni patologie femminili. Un apprezzamento particolare al Comune di Ancona che ha messo a disposizione la Mole per un incontro dall’alta valenza culturale e sociale».

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