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Lunedì, 29 Aprile 2024
Salute

Disturbi alimentari, nelle Marche un paziente su tre vive in provincia di Ancona

Il tema è stato affrontato sabato 16 settembre al Centro Pergoli, durante un incontro con gli esperti patrocinato dal Comune

FALCONARA - E’ nella provincia di Ancona che si concentrano i casi di disturbi alimentari trattati dal sistema sanitario, rispetto al totale di pazienti presi in carico nelle Marche. Nel 2021 nell'Area Vasta 2 le persone prese in carico sono state 227, sui 623 casi totali a livello regionale. Un dato che fa riflettere, perché riguarda un fenomeno in continua crescita. Proprio di disturbi alimentari si è parlato sabato 16 settembre al Centro Pergoli, nel corso di un convegno molto partecipato nato dall’iniziativa delle psicoterapeute Alessia Carsughi e Cristina Bruni e della dietista Giada Matacchione. L’evento è stato organizzato con il patrocinio del Comune di Falconara e in collaborazione con la Luna Dance Center, G & P studio associato giuridico psicologico e la Polimedica di Falconara. Le organizzatrici hanno relazionato sulla tematica e hanno invitato al convegno la dottoressa Giorgia Pellegrini, responsabile di Villa Oasi, centro residenziale specializzato nel trattamento e nella cura dei disturbi alimentari. In platea, oltre all’assessore alla Cultura Marco Giacanella, anche tanti giovani, che hanno seguito il convegno e assistito alla performance de La Luna Modern Project di Chiara Cingolani. «L’evento – commenta l’assessore Giacanella – ha permesso di conoscere meglio un fenomeno che coinvolge tante famiglie e soprattutto di diffondere informazioni utili per riconoscerlo e affrontarlo, grazie al contributo di professionisti esperti nel settore». «Oltre tre milioni di persone in Italia soffrono di disturbi alimentari: anoressia nervosa, bulimia e disturbo da alimentazione incontrollata, o ‘Binge Eating Disorder’ – spiega la dottoressa Carsughi –. A fotografare la situazione è uno studio del Ministero della Salute. I disturbi alimentari si manifestano prevalentemente in età adolescenziale, tra i 15 e i 19 anni, ma l’età di esordio tende ad abbassarsi sempre di più e più velocemente, con casi a 12 anni. Alcuni bambini hanno manifestato queste patologie anche a 8-9 anni». Il fenomeno sembra essersi aggravato con la pandemia. «Durante i primi 6 mesi del 2020 – continua la psicoterapeuta – i casi di persone con disturbi alimentari sono aumentati di circa il 40 per cento e chi ne soffriva si è aggravato. Delle 108 strutture accreditate a livello nazionale solo 18 si trovano in centro Italia e questo rende difficile l’accesso alle cure». Tra i progetti in cantiere, l’organizzazione di incontri nelle scuole di tutte le Marche, rivolti ai ragazzi del primo anno delle superiori, per sensibilizzare sulla tematica e imparare a cogliere i primi segnali di disagio. «Campanelli d’allarme – conclude la dottoressa Carsughi – sono, al di là degli aspetti legati al peso, la tendenza a isolarsi, quella all’autolesionismo, il non mangiare più a tavola, la modifica delle abitudini comportamentali in generale, l’apatia e la poca emotività espressa. E’ importante cogliere per tempo questi segnali prima che il disturbo sfoci in patologia. I disturbi dell’alimentazione si affrontano in equipe, grazie al lavoro di psichiatri, psicoterapeuti e nutrizionisti».

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