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Un caffè con il candidato sindaco Marco Battino di Ripartiamo dai Giovani: «Creiamo il marchio Ancona»

Oggi parte la nostra rubrica dedicata alle interviste ai sei candidati sindaco. Saranno pubblicate in ordine alfabetico, due al giorno fino a mercoledì. Si inizia quindi con Marco Battino, candidato sindaco di Ripartiamo dai Giovani

ANCONA- Un caffè con il candidato sindaco. Parte oggi la nostra rubrica dedicata alle interviste ai sei candidati sindaco alle elezioni comunali del 14 e 15 maggio. Li abbiamo incontrati in un bar e di fronte ad una tazzina di caffè abbiamo parlato dei loro programmi elettorali. Sei domande uguali per ciascuno su temi cruciali per il futuro della città, due minuti per rispondere ed illustrare i propri progetti per Ancona. Le interviste saranno pubblicate in ordine alfabetico, due al giorno, da oggi a mercoledì. Si inizia quindi con Marco Battino, candidato sindaco di Ripartiamo dai Giovani, a seguire Roberto Rubegni di Europa Verde, Francesco Rubini di Altra Idea di Città, Daniele Silvetti candidato sindaco del centrodestra, Ida Simonella candidata sindaco del centrosinistra ed Enrico Sparapani del Movimento 5 Stelle. 

Marco Battino, candidato sindaco di Ripartiamo dai Giovani, come vorrebbe vedere Ancona trasformata tra cinque anni? «Vorrei vedere una Ancona completamente diversa, è importante e urgente vedere un cambiamento radicale. Una città che sappia dialogare con i propri cittadini, che sappia valorizzare la propria bellezza e la propria cultura, riscoprire i luoghi identitari, rilanciarli e renderli il centro dell’attività culturale cittadina. Tornare a sentirci una comunità. Quindi eventi, cultura e sport, ma anche un legame ancor più stretto con l’università valorizzando i 17mila studenti che vivono la nostra città ogni giorno. Vorrei vedere una Ancona capoluogo di regione, proprio come tutti i capoluoghi di Italia. Ecco come vorrei la nostra città tra cinque anni, ecco perché ci siamo candidati».

L'INTERVISTA INTEGRALE A MARCO BATTINO - VIDEO

Il porto è il motore economico della città, come valorizzarlo dal punto di vista commerciale, storico e turistico? «Il porto è sicuramente il motore industriale e identitario della nostra città. Offre lavoro a moltissime persone e questo non possiamo dimenticarcelo. È chiara però la necessità di tutelare l’ambiente, soprattutto per l’area commerciale, ma questo va fatto in maniera ragionata perché questa città senza il porto non può andare avanti. Puntiamo molto sul virare verso un’imprenditoria sostenibile, saper collaborare e fare rete con gli operatori dello scalo. Vogliamo valorizzare il porto antico, luogo storico e identitario della città, e restituirlo agli anconetani. Ci saranno spazi dedicati a eventi e cultura perché purtroppo, negli ultimi anni, nonostante la riqualificazione dell’area ciò non è avvenuto. Per noi è importante vivere il porto da un punto di vista commerciale, storico e cittadino. Chiaramente anche la riapertura della stazione marittima sarebbe molto importante».

Qual è la sua idea di mobilità sostenibile? «La nostra idea è di una mobilità che sappia essere al servizio del cittadino, chiaramente attenzionando l’ambiente. Dobbiamo rivalutare tutto il sistema di trasporto pubblico locale, è urgente e importantissimo a cominciare dalla rete filoviaria. È fondamentale anche la riapertura della stazione marittima da utilizzare come metro di superficie e collegamento tra stazione centrale - porto antico e commerciale. Inoltre, ritengo necessario un programma di educazione per la mobilità sostenibile. Noi possiamo mettere in campo tutti gli strumenti, ma se non educhiamo la popolazione ad utilizzarli non avremo i risultati sperati». 

Si parla molto di decoro, che cosa fare nel concreto per rendere Ancona una città più accogliente? Comprendendo anche le frazioni ovviamente… «Innanzitutto va programmata un’attività di manutenzione ordinaria, cosa che negli ultimi anni non è stata fatta. Avere una programmazione manageriale per sapere dove intervenire è indispensabile. Non si può fare solo manutenzione straordinaria come avvenuto negli ultimi 10 anni. Sicuramente è fondamentale recuperare il rapporto con le nostre frazioni, ingiustamente abbandonate. Anche i nostri borghi, come i quartieri storici della città, raccolgono al loro interno la storia di Ancona e possono offrire molto dal punto vista paesaggistico, culturale e storico. Sono una ricchezza e vanno valorizzati dal punto di vista del decoro e di collegamenti».

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Il turismo non è fatto solo dalle crociere del venerdì, come incentivare l’arrivo e la permanenza dei visitatori? Come rendere Ancona una città turistica? «Ad Ancona non manca nulla. È una città che ha tutto: storia, cultura, arte. Bisogna valorizzarla. Recuperare luoghi storici che sono ingiustamente abbandonati, creare un marchio Ancona. Noi questo lo diciamo dal 3 marzo, dalla data di presentazione del nostro programma e siamo contenti che adesso qualche altro candidato sindaco lo ripeta. Costruire un marchio Ancona significa programmare un’attività per anni, riuscire a rendere la città attrattiva a livello nazionale ed europeo, aumentare i flussi turistici in maniera sostenibile. Chiaramente è importante saper accogliere il turista ed offrire servizi. Occorre quindi formare il personale di contatto, fare rete tra le strutture ricettive in modo che siano in grado di accogliere il turista e di guidarlo durante la sua permanenza ad Ancona». 

La frase che molto spesso si sente dire dai giovani è che ad Ancona non c’è niente. Cosa fare per rispondere alle loro esigenze in termini di movida, eventi, iniziative, spazi di aggregazione? «Purtroppo è vero. Siamo consapevoli che negli ultimi anni, a livello comunale, i giovani non sono stati considerati. Vogliamo riaprire il dialogo con quella fascia di popolazione che noi rappresentiamo in queste elezioni comunali. È fondamentale poi creare un rapporto stretto con l’Università Politecnica delle Marche, valorizzare quei 17mila studenti che sono presenti ad Ancona in quanto rappresentano una risorsa sia dal punto di vista culturale che economico. Se continuiamo a descrive la vita notturna, gli eventi culturali e ricreativi in maniera negativa non possiamo andare avanti. Un capoluogo di regione ha bisogno anche di spazi di aggregazione e di eventi. Bisogna metterli in campo e noi, in primis, cercheremo di rendere Ancona una città a portata dei giovani».

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