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Regionali 2020, la Mancinelli si ritira

«Da Ancona vi saluto e ora chi deve decidere decida. Qui, a Pesaro o a Roma. Io sono fuori. Non sono un problema. Come marchigiana spero solo che la decisione venga presa nell'interesse delle Marche scegliendo per davvero il candidato che può essere più autorevole, più popolare, più forte e dunque più in grado di vincere le elezioni e non quello che da' meno fastidio alle varie fazioni in campo». È il passaggio conclusivo dell'intervento del sindaco di Ancona, Valeria Mancinelli, che oggi ha scelto la diretta Facebook per comunicare le sue decisioni in merito alle prossime elezioni regionali. Da molti infatti il primo cittadino dorico era accreditato come papabile candidato presidente del centrosinistra al posto dell'uscente Luca Ceriscioli. «Gira da qualche settimana con insistenza il mio nome, gira da troppo e anche male- premette Mancinelli-. Corro il rischio di apparire anche io attore di un teatrino della politica che non mi appartiene e che non aiuta la credibilità della politica. Facciamo chiarezza. Non mi sono mai candidata a niente e non ho chiesto a nessuno di essere candidata a niente. È successo che da novembre numerosissimi esponenti del Pd e non solo del Pd ma dell'intero centrosinistra mi hanno chiesto se ci fosse una mia disponibilità ad accettare una proposta di candidatura a presidente di Regione che venisse dal Pd e dall'intera coalizione centrosinistra».

Il sindaco di Ancona aveva dato la sua disponibilità ad accettare la proposta ma solo al verificarsi di due condizioni. «Se il sindaco della città capoluogo può dare una mano per affrontare questioni come la crisi economica o il terremoto ho pensato fosse una responsabilità da prendersi- continua-. Ma al verificarsi di due condizioni ossia che non fosse neppure pensata un'ipotesi di mia candidatura se prima il governatore uscente, il Pd e la coalizione di centrosinistra non avessero fatto la valutazione che lo stesso governatore uscente potesse non essere in questo contesto il candidato più competitivo per le prossime regionali e che si fossero stretti i tempi, ho parlato di Natale o al massimo Epifania». Condizioni che ad oggi però non si sono verificate. «Ad oggi nessuna di queste condizioni si è verificata- continua-. Il governatore uscente legittimamente è convinto di essere il candidato più forte che il centrosinistra può esprimere, il più autorevole, il più popolare e il più competitivo. Ce lo spiega tutti i giorni. Ed anche il gruppo dirigente del Pd o perlomeno la maggior parte condivide questa valutazione. Altri dirigenti invece hanno ritenuto fosse necessario aprire una nuova pagina ma che per questa nuova pagina fosse necessario aprire un'alleanza con il M5s e che in tale ottica il candidato sponsorizzato dal M5s, l'ex Rettore fosse il candidato più competitivo, più forte e più popolare».

Mancinelli sostiene che non è mai esistita l'ipotesi di una sua candidatura «in contrapposizione o di divisione nel campo del centrosinistra" e che anzi voleva provare "a dare una mano se ritenuta utile ma se non serve nessun problema". Parole che al termine del suo intervento Mancinelli ha voluto dire "anche per togliere ogni alibi a chi dentro e fuori dal Pd ha inteso utilizzare strumentalmente e in modo inaccettabile quella mia disponibilità, come una sorta di contrapposizione, divisione interna, volontà di creare problemi o ancora volontà di azzoppare il presidente uscente».

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