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Talismano dal cuore biancorosso: 150 volte Lori, anche la curva lo consacra

Scelte importanti, parate decisive e il coro della curva. Tutto in un numero

Al Del Conero batte un cuore biancorosso che domenica scorsa ha praticamente ricevuto la certificazione dalla società e dai tifosi. Nel pazzo match contro il Loreto Gianclaudio Lori è stato premiato dal presidente Stefano Marconi per le sue 150 presenze in biancorosso, traguardo sottolineato anche dai cori della curva Nord, che per un portiere non venivano intonati dai tempi di Marco Storari: «Delle 150 partite faccio fatica a ricordarmene una in particolare, potrei parlare di quelle che hanno deciso le vittorie dei campionati, quella delle 100 presenze o proprio quella di oggi». I guantoni del 23enne di Camerino trasudano biancorosso e alle spalle di Lori, oltre agli 11 rigori parati, ci sono rinunce importanti come ha sottolineato nel post partita il presidente Stefano Marconi. «E’ il figlio che tutti i papà vorrebbero avere ed è una garanzia. Gianclaudio è venuto qui a 22 anni in prima categoria e ha rischiato tanto, glie ne sono grato e ne terrò conto per il futuro». Il diretto interessato raccoglie la stima: «E’ stata una scelta rischiosa che sta dando i suoi frutti, tutto sta andando come deve andare e la strada è quella giusta. Sono tornato qui per tornare dove tutto l’ambiente Ancona merita. Quello che ho fatto lo rifarei ancora, non mi sono pentito di nulla. L’ho voluto e spero di continuare così per fare ancora tante fortune all’Anconitana». Lori capitan futuro? «Il capitano è Mastronunzio ieri, oggi e domani – dice il portiere- se un giorno dovesse succedere sarò contento e mi farà piacere ma non è una cosa che cerco». In sala stampa gli viene fatto notare che lui è anche un po' talismano. Le sue avventure in biancorosso sono coincise con risultati di rilievo: vittoria della serie D, della prima categoria, sesto e quarto posto in serie C. Le sue partenze da Ancona, al contrario, hanno inaugurato i periodi più bassi: «Le annate sono state queste, i numeri parlano chiaro, ho vissuto annate vittoriose e spero di aggiungerne un’altra quest’anno». Se Lori ha contribuito a ribaltare il risultato di domenica con parate da manuale, dall’altra parte del campo qualcun altro in un minuto ha tirato fuori tutto il suo killer instnict sportivo. Ezequiel Zaldua ha messo ko il Loreto tra il 75’ e il 76’ e queste doppiette a tempo di record non ricorda di averne segnate mai: «Penso di no, una volta ho fatto 4 gol su un 9-0 ma non ricordo di aver fatto reti così attaccate l’una all’altra». I gol lo hanno portato a quota 12 (su 19 presenze) e al quarto posto della classifica marcatori. Il segreto? «Sono credente, io mi impegno e il resto lo metto nelle mani di Dio». Con il +11 sulla Vigor Senigallia a 10 giornate dalla fine del girone la vittoria del campionato ha il sapore di cosa fatta, ma il futuro di Zaldua sembra essere ancora anconetano: «Questo è quello a cui pensavo dal primo giorno, tutto quello che ho visto ad Ancona in questo tempo mi ha convinto che voglio restare a vivere qua».

Accusa il colpo invece un anconetano doc. Emanuele Pesaresi, oggi allenatore del Loreto, ha creduto al miracolo fino a 15 minuti dal fischio finale, prima cioè che le reti di Zaldua vanificassero l’autogol di Colombaretti. «La partita si era messa in un certo modo, non è semplice durare 90’ con la stessa intensità e contro una squadra così forte. L’Anconitana ha segnato paradossalmente quando stava calando, ma ha giocatori che fanno la differenza. Giocare qui non è semplice, nonostante tutto mi tengo i 75’ buoni per il prosieguo del nostro campionato. Le nostre partite sono altre, non è questa che ci deve buttare giù di morale». Inevitabile tirare fuori le emozioni: «Qui ho giocato, ho vinto campionati e ci ho fatto il viceallenatore. Questo stadio comunque mi riporta a bei pensieri».  
 

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