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Vigor Castelfidardo, il marchio del “Kaiser”: gol decisivo con fiocco rosa

La rete del capitano dei fidardensi ha molti motivi per entrare nella galleria dei ricordi: è la prima del campionato dei biancazzurri, ha fruttato la prima vittoria ed è dedcicata alla secondogenita, Deva, nata da poco

Ci sono gol che restano indelebili. Sono quelli decisivi, o quelli di un derby, o frutto di un gesto tecnico pregevole. E poi ci sono gol che immortalano i momenti unici nella vita di un calciatore, ma prima ancora di una persona. Michele Carini, capitano della Vigor Castelfidardo e meglio conosciuto come “Il Kaiser”, ne ha scelto uno speciale, che accorpa diverse peculiarità, segnato sabato in trasferta a Marotta e da appendere come un quadro nella galleria dei ricordi.
«C’è stata un’azione sulla destra di Tonuzi, che ha messo una palla dentro. E’ finita al limite dell’area dalle mie mie parti, io di prima intenzione ho calciato di collo esterno, verso l’angolo più distante. Ha toccato la parte interna del palo, ed è entrata: e non capita spesso di colpirla e di indirizzarla così bene, diciamo che sono stato anche fortunato».

La dedica è scontata...
«A mia figlia, Deva, nata meno di un mese fa. Se dorme? Beh, diciamo che deve ancora prendere il ritmo, ecco. Generalmente la notte tra il venerdì ed il sabato è più agitata. Ed il pomeriggio il papà deve giocare, si vede che sente anche lei la tensione della partita...».

Ora sei papà “bis”.
«Sì, perché ho già Brando, il primogenito, di due anni e mezzo. Lui corre, e prova a dare qualche calcio al pallone. Ma non lo spingo a farlo, in questo lo lascerò libero di scegliere più avanti la strada che più gli piacerà. Vorrei che praticassero sport, è chiaro, però senza influenzare le loro decisioni. L’essenziale è che lo facciano convinti e divertendosi, senza che diventi un peso».

Quello contro l’Atletico Mondolfo Marotta è stato un giorno speciale anche sotto altri aspetti.
«E’ stata la nostra prima rete in campionato, che ci ha permesso di ottenere la prima vittoria nel torneo. E’ arrivata dopo lo 0-0 con il Sassoferrato Genga e dopo la sconfitta contro l’Osimana, in una partita dove abbiamo disputato un ottimo primo tempo ma abbiamo avuto problemi a finalizzare, al cospetto di una formazione che secondo me è molto forte. Avevamo segnato in precampionato, in Coppa, ma in campionato non riuscivamo a sbloccarci. Ci auguriamo che questo 1-0 faccia scoccare la scintilla, che sia di buon auspicio per le prossime partite».

Perché “Il Kaiser”?
«E’ colpa di Holly & Benji (storico ‘manga’ in salsa calcistica made in Japan ndr). Quando giocavamo ognuno voleva essere uno dei principali protagonisti della serie, che raccontava le storie di giovani calciatori giapponesi. A me invece di quel cartone animato piaceva Karl Heinz Schneider, detto – appunto – il Kaiser, capitano della selezione tedesca. E quel soprannome mi è rimasto appiccicato addosso, negli anni, ovunque sono andato, a prescindere dalla maglia indossata. Al punto che una volta è persino finito sul tabellino della partita, pubblicato da un quotidiano: anziché il mio cognome, ci scrissero “Kaiser”...».

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