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Jesina-Biagio Nazzaro, il commento dei due allenatori

Molto provato Giammarco Malavenda, il tecnico della formazione chiaravallese, dopo lo 0-7 del "Carotti": «Mi scuso coi tifosi e con tutta la città, ho avuto la fortuna di regalare tante soddisfazioni a questa piazza, ma oggi mi vergogno»

Finisce con un impietoso 7-0 il match del “Carotti”, in favore di una Jesina che utilizza una goleada per lanciare un messaggio forte al campionato di Eccellenza e porre una candidatura importante per un posto nei piani nobili della graduatoria.
«In settimana mister e squadra hanno lavorato alla grande – afferma Simone Strappini, oggi sulla panchina dei leoncelli al posto del fratello Marco, squalificato – perché volevamo smaltire la delusione di domenica scorsa, quando ci eravamo fatti raggiungere, e fare una grande prova in una partita che è sempre molto sentita. Siamo partiti a tremila all’ora fin dal primo secondo e ci è andato tutto bene. Oggi ci ha assistito anche la fortuna, ma il merito è del gran lavoro fatto dai ragazzi. Questo risultato rappresenta un orgoglio incredibile, soprattutto per i nostri tanti giovani che, con coraggio, il mister schiera in campo. La Biagio? Sono cose che accadono nel calcio, ci sono partire in cui a una squadra va tutto bene e a un’altra tutto male e oggi è stata una di queste. Sono sicuro che da domenica la squadra rossoblù saprà ripartire alla grande».

E’ un Giammarco Malavenda molto provato e con gli occhi lucidi quello che, invece, si concede ai taccuini della stampa al termine di un match che ha visto la Biagio spazzata via dal campo già dopo la prima mezz’ora di gara.
«È difficile commentare una prestazione così – afferma il tecnico della formazione chiaravallese - non ci aspettavamo certo questo risultato e questa partenza, con tre gol concessi agli avversari in venti minuti ed una serie di errori da ragazzini. Non è possibile lasciar colpire di testa liberamente dentro l’area piccola. Non so che altro dire, se non che le colpe sono mie. Una disfatta del genere non ha scusanti, è evidente che l’allenatore ha sbagliato in tutto. Si può perdere, ma non in questo modo. Sto vivendo una situazione assurda, che non mi è mai capitata in tanti anni di carriera. Ci metto la faccia, ma oggi la faccia dobbiamo metterla sotto terra. La società, giustamente, farà le sue considerazioni. Sono un uomo di calcio e so bene che dopo un “cappotto” del genere è legittimo che ci si interroghi sul futuro. Faccio i complimenti alla Jesina, una squadra ben attrezzata in cui ho anche giocato e che porto ancora nel cuore. Mi scuso con i tifosi e con tutta la città di Chiaravalle. Ho avuto la fortuna di regalare tante soddisfazioni a questa piazza, ma oggi mi vergogno».

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