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Martedì, 23 Aprile 2024
Calcio

Giorgio Noviello, il ritorno. "A Marina con l'entusiasmo di un ragazzino"

Dagli allenamenti aggregato al gruppo al tesseramento flash, fino all'esordio di domenica nell'1-0 contro il Porto Sant'Elpidio. Il campionato di Eccellenza si arricchisce ulteriormente con l'arrivo di una pedina dal prestigioso passato

Quella di domenica non è stata una vittoria come le altre. L’1-0 al Porto Sant’Elpidio ha coinciso con il rientro in campo di una vecchia conoscenza del calcio locale, come Giorgio Noviello. Un passato nei “pro” con oltre 150 gettoni tra serie C e D, un tesseramento flash nella settimana del suo trentottesimo compleanno ed una ripartenza nelle vesti di “chioccia” di un gruppo giovane come quello del Marina, con cui l’attaccante di Torre Del Greco può tornare ad assaporare il profumo del calcio giocato a distanza di parecchio tempo dalla sua ultima apparizione nel rettangolo di gioco.

Bentornato. Ne è passato di tempo...
«Beh, sì. Tra problemi vari a schiena e caviglia ero fermo da due stagioni e mezzo. Per chi era sui campi praticamente da vent’anni è un’eternità. E il richiamo del campo, dopo un’assenza così lunga, è sempre forte. Anche solo per...sgranchirsi le gambe, ricominciare a muoversi».

Quello che ti ha spinto a tornare ad allenarti a Marina, insomma.
«Sì, avevo chiesto la possibilità di aggregarmi al gruppo, poco meno di un mese fa, un modo per rimettersi un po’ in forma, ed anche dare una mano negli allenamenti ad una società a cui sono sempre stato legato. Ed ho visto che, dal punto di vista fisico, le risposte erano buone».

Se n’è accorto anche Nico Mariani...
«Mi osservava sul campo, a volte mi fissava negli occhi, perché forse li vedeva luccicare, come tanti anni fa. E di tanto in tanto buttava lì un “Giò, sai che ti vedo bene?”. Forse aveva già fiutato qualcosa. E’ scaltro, Nico...».

E poi c’è tuo figlio Manuel...
«Ha otto anni, ed ha iniziato a giocare a calcio. Nei discorsi, gli è capitato di sentire che il suo papà aveva disputato diverse stagioni tra i professionisti. Una volta a bruciapelo mi fa “Sai, tutti mi dicono che eri forte. Ma io non ti ho mai visto giocare”. L’ho portato anche agli allenamenti, ma non era la stessa cosa».

Finché arriva la settimana di preparazione all’ultimo incontro...
«Mariani comincia a parlare di quella che sarebbe stata la squadra che avrebbe affrontato il Porto Sant’Elpidio. E conclude dicendo “E poi c’è Giorgio...”. Prima che potessi dire qualcosa, si volta verso di me e dice: “Perché, se c’è bisogno, cosa fai? Non ce la vieni a dare una mano lì in mezzo?” Giuro, non ho provato un’emozione simile nemmeno ai tempi del debutto nei campionati professionistici».

Un contropiede in piena regola
«Eh...dopo cinque minuti, avevo tra le mani le scartoffie da firmare, la documentazione per essere tesserato. E’ stato tutto naturale, spontaneo. Bello, sì».

Ma Giorgio Noviello cosa darà al Marina?
«Porterà esperienza, in un gruppo molto giovane. E’ chiaro che al momento non ho di certo i 90’ minuti nelle gambe, ma la sosta che ci impone il calendario mi dà una settimana in più per lavorare ed anche per fare quel rodaggio necessario, dopo così tanto tempo lontano dal campo. Poi è chiaro che sono uno che non si tira indietro: non sono arrivato con l’intenzione di togliere spazio ad altri, ma essere eventualmente responsabilizzato non mi pesa. Perché se sei calciatore nel Dna, vuoi che l’allenatore ti prenda sempre in considerazione, se stai bene vuoi gettarti nella mischia e dare una mano ai tuoi compagni in un momento di difficoltà, ed hai l’istinto di andare sul dischetto al 90’ a tirare un rigore decisivo. E’ mentalità, è l’indole di chi ha fatto questo mestiere».

Ed il Marina cosa darà a Giorgio Noviello?
«Mi ha già dato il calore dei ragazzi del gruppo che mi hanno subito fatto sentire uno di loro. E non è una cosa scontata: parlando per esperienza personale, l’arrivo all’improvviso di un giocatore nuovo potrebbe anche creare dinamiche strane, che possono pure sfociare in invidie e gelosie. Invece è stato bello il modo in cui tutti mi hanno accolto. Dallo staff tecnico, alla squadra, alla dirigenza. Perché il Marina è sempre stato così, un ambiente quasi familiare».

Cosa riserverà il futuro al Marina?
«La verità? Ho seguito la squadra, i risultati, ma questo campionato di Eccellenza non lo conosco bene. I tanti anni passati a pane e calcio mi hanno portato a staccare un po’ la spina, ad essere meno coinvolto nelle vicende legate alle squadre locali e nazionali. La Serie A, ecco, magari quella sì, anche perché faccio il Fantacalcio, sai com’è…ma negli ultimi periodi sono stati lavoro e famiglia a catalizzare tutta la mia attenzione. Ed è per questo che, adesso, a differenza di prima, si torna quasi bambini nell’entusiasmo che si ha preparando la borsa, per andare ad allenarsi. Prima lo facevi per portare a casa il pane, adesso lo fai perché vuoi solo divertirti. Vivo ogni partita, ogni allenamento come se fosse davvero l’ultimo della carriera. E questi momenti me li voglio godere. Fino in fondo».

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