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Santini, 100 e lode. «Felice per il traguardo e per la salvezza»

Il portiere del Fabriano Cerreto ha festeggiato i cento gettoni con la maglia dei biancorossoneri, nel giorno in cui la squadra di Giacometti ha conquistato la salvezza matematica

Il suo Fabriano ha chiuso a 41 punti, tagliando sul filo di lana il traguardo della salvezza diretta. Lui, invece ha fatto 100. Nel senso di presenze, di gettoni con la casacca della sua squadra, a difendere una porta che strada facendo ha reso sempre meno accessibile agli avversari. Nicolò Santini, portiere dei biancorossoneri, ha avuto così modo di festeggiare due volte l’ultimo match che ha regalato la permanenza in Eccellenza.

Ad appena ventidue anni è un risultato notevole.
«Sì, bello anche perché sono arrivate con la maglia della squadra a cui sono legato. Veramente mi sa che la centesima l’ho fatta prima dell’ultima di campionato».

Va beh, un errore di calcolo ci può stare. Anche i conti del Fabriano Cerreto, all’inizio, non portavano un granché.
«Siamo partiti male, questo è vero. Ci abbiamo messo un po’ per carburare, anche perché l’Eccellenza quest’anno si è rivelata molto complicata, con un livello davvero alto. Poi prima di Natale, in concomitanza col cambio di allenatore, abbiamo cambiato passo».

Cos’è scattato?
«Diciamo che abbiamo avuto un approccio più sereno, tanto in partita quanto nella quotidianità degli allenamenti, i più giovani si sono sentiti maggiormente coinvolti e responsabilizzati. Ma non è stato un interruttore che improvvisamente si è acceso: abbiamo fatto un paio di risultati utili, siamo entrati progressivamente in fiducia e piano piano è venuta fuori la consapevolezza di avere tutto per risalire dai bassifondi della classifica»

33 punti nelle ultime 20 partite, dopo gli 8 nelle prime 14. La media da dicembre a maggio è stata da play-off.
«Ma a quelli non abbiamo mai pensato. Chi lottava per non entrare nei play-out andava regolarmente a punti, la quota salvezza di alzava di giornata in giornata: non abbiamo mai sentito troppo la pressione di essere “obbligati” a vincere per non perdere il passo di chi ci stava davanti, però nonostante il filotto di risultati utili non ci siamo mai sentiti veramente al sicuro, fino alla fine».

Dal punto di vista personale è stata un gran bella stagione. Provvidenziale in parecchie circostanze, citato nel lotto dei migliori interpreti del ruolo nella categoria...
«Grazie...ma anche a costo di sembrare banale, fare buona guardia è il nostro mestiere, e dietro c’è il lavoro che viene fatto in allenamento insieme al preparatore Luca Tamburini, che vorrei ringraziare. Poi ci sono state delle partite più gratificanti: penso alla bella prestazione contro la Vigor Senigallia, al rigore parato ad Urbino che alla resa dei conti ha pesato parecchio, perché se avessimo perso lì magari la storia da raccontare adesso sarebbe stata un’altra, chi lo sa. Per quello che riguarda i “colleghi”, fa piacere essere inserito nella cerchia di quelli che hanno fatto bene, ma sono in buona compagnia: penso a Marcantognini del Fossombrone, a David dell’Atletico Ascoli, poi Roberto della Vigor ha fatto una grande stagione, ed i due del Marina, Castelletti e Mancini».

Se guardiamo al top di gamma nel ruolo, invece?
«Adesso viene spontaneo dire Courtois, dopo la finale di Champions. A me piace Gollini, che peraltro dovrebbe tornare a giocare in Italia»

Ci pensi ad una Serie D?
«Difficile rispondere: sono legato a Fabriano, che è vicino a Camerino dove studio Giurisprudenza e di esami non me ne mancano molti. Credo che rendere bene in campo dipenda anche dall’ambiente in cui ti trovi, e qui ho tutto quello che mi serve per riuscirci».

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