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Denis Pesaresi, la maglia rossoblù come seconda pelle: «Vigor, sorprendiamo ancora»

Il capitano della squadra senigalliese, recordman del club per reti realizzate, confermato al centro dell'attacco: «Sarà dura ripeterci, ma sarà una grande stimolo replicare quanto di buono fatto in questa stagione»

Più che una maglia, una seconda pelle. I gettoni di Denis Pesaresi, capitano e bandiera della Vigor Senigallia, sono ben 282: ad un passo dal podio dei giocatori con più presenze in rossoblù (Marzoli è lì, ad appena quattro lunghezze), ed al vertice della graduatoria dei bomber del club con il tetto delle cento reti superato nel corso della stagione attuale. Anche nella serie D che verrà, con la Vigor ancora ai blocchi di partenza, ci sarà lui a guidare fascia al braccio l’attacco della compagine senigalliese, reduce da una campionato in cui ha cambiato ripetutamente volto trasformandosi da timida matricola a mina vagante, per poi crescere fino a diventare una big ed addirittura legittima candidata a salire di categoria, beffata solo all’ultima giornata dal Pineto a cui ha conteso il primo posto.

Passano le stagioni, ma Denis Pesaresi è sempre lì. Gratificante, no?
«Sì, molto. E’ la mia città, la squadra dove ho militato già nel settore giovanile, per cui ho dato tanto ed ho ricevuto tanto. Significa molto. Posso aggiungere una cosa?».

Ci mancherebbe.
«Sono felice che sia rimasto il mister. Ci tenevo particolarmente, visto il rapporto che ho con lui ed quello che abbiamo costruito insieme a lui ed al gruppo»

Che è tanta roba. Avete quasi rotto le uova nel paniere al Pineto...
«Appunto, quasi. Ma diciamo la verità: non era per questo che eravamo partiti. Ti dirò, se andiamo a rileggere quello che scrivevano prima dell’inizio del torneo, si pensava a noi come ad una formazione che avrebbe faticato a mantenere la categoria. A distanza di tempo mi verrebbe quasi da ringraziarli: senza polemica, intendiamoci, però non ti nascondo che vedere certi giudizi ci ha dato una bella spinta, ci ha permesso di trovare dentro di noi le energie migliori per dimostrare che in tanti si erano sbagliati sul nostro conto».

Avete fatto presto a farli ricredere.
«Ci abbiamo messo qualche giornata. Noi, intendo: a capire che non solo potevano reggere bene la D, ma anche levarci qualche soddisfazione. E non era scontato, perché in tanti questo campionato non lo avevano mai disputato. Poi sono arrivati i risultati, la posizione di classifica che migliorava di giornata in giornata: entrando in fiducia, non dico che diventa più facile vincere, ma è chiaro che mentalmente sei più predisposto ad affrontare e superare le difficoltà, a non porti limiti».

Non avete mai dato l’idea di soffrire di vertigini. Il segreto?
«Non c’è. O forse sì, ma è da ricercare nell’umiltà del gruppo. Non ci siamo mai...specchiati, ad ammirare quello che stavamo realizzando: nessuno si è mai sentito bravo o arrivato, al punto da pensare di diminuire l’impegno. Qua si è sempre lavorato duramente, e quando a gennaio ci siamo ritrovati lassù, non c’è stata mai la tentazione di dire: “Va bene, siamo secondi: quindi la prossima è facile da vincere”. Primo, perché in ogni partita c’è da soffrire, e poi perché è ragionando in questo modo sbagliato che poi arrivano le batoste».

Adesso, però, l’effetto sorpresa che comunque vi ha un po’ agevolato non ci sarà più...
«Lo sappiamo, come del resto non potremo nemmeno giocare con la consapevolezza di avere meno da perdere rispetto ad altre squadre. Adesso i riflettori saranno puntati anche su di noi: che è una cosa piacevole, ma poi c’è il campo con cui fare i conti. E quindi le avversarie, che sentendo in giro sono parecchio agguerrite e si stanno dando parecchio da fare per allestire organici importanti».

Il discorso vale anche per i singoli: hanno imparato a conoscere il valore dei giocatori della Vigor, compresi i direttori sportivi...
«Fa parte del gioco, chiaramente. Parlo personalmente, ma credo che si possa dire lo stesso degli altri: sarà molto stimolante confermare che quanto fatto in questo campionato non è stato frutto del caso, ma della qualità dell’organico e del grande lavoro che c’è stato dietro. Io non vedo l’ora».

Intanto, una vittoria la Vigor l’ha già ottenuta: un “Bianchelli” pieno di gente.
«E’ una delle cose che ci ha aiutato di più, e basta guardare il rendimento casalingo per capirlo. Diverse volte abbiamo rimontato sulla spinta del calore dei nostri tifosi: certo, i risultati positivi hanno contribuito a riavvicinare la gente alla squadra, ma per l’affetto che ci hanno sempre e comunque trasmesso dobbiamo solo ringraziarli. E faremo di tutto per continuare a regalare grandi soddisfazioni, anche se sarà difficile ripetersi».

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