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Venerdì, 19 Aprile 2024
Calcio

Biagio Nazzaro, il d.s. Rossini tra sassolini e futuro: «Dovrò rifletterci un po'»

Uno degli alfieri del club rossoblù traccia un bilancio dell'anno appena concluso e volge lo sguardo alla Biagio che sarà: «Il bilancio è complessivamente positivo, ma personalmente ci sono cose che non ho gradito»

Si è appena chiusa in casa Biagio Nazzaro la lunga stagione iniziata nell’agosto scorso. In mezzo tante cose: il nuovo CdA, le celebrazioni del centenario, l’effimera esperienza Moriconi, gli addii anticipati di alcuni calciatori, l’arrivo di Pazzaglia, la rosa ricompattata a dicembre, l’inizio disastroso, il girone di ritorno disputato ad alti livelli fino al platonico ma non disprezzabile sesto posto finale. Un bilancio a tutto tondo è affidato al direttore sportivo Leonardo Rossini, da nove anni alla Biagio con 230 volte la maglia rossoblù, da oggi quarto “alfiere” di tutti i tempi, dietro solamente a Giuliano Santinelli, Michele Domenichetti e Mauro Rovina.

«Il bilancio totale è complessivamente positivo – dice Rossini – perché fare ciò che abbiamo fatto nella seconda parte del campionato non è una cosa ‘normale’. Il gruppo è diventato squadra, soprattutto nell’ultimo terzo di stagione, i risultati sono cominciati ad arrivare anche in maniera abbastanza continuativa. Volevamo chiudere il girone di ritorno con 31 punti, ne abbiamo fatti 28, se avessimo fatto altrettanto all’andata avremmo chiuso a 56, quindi meglio dell’Urbania, che è arrivata seconda. La prima parte è stata piena di nervosismo e di incomprensioni, perché i risultati tardavano ad arrivare. Quello che è successo a Montecchio ha destabilizzato un po’ l’ambiente, però ci tengo a dire una cosa: a volte, quando le cose vanno male, si tende, peraltro giustamente, a cercare le responsabilità e individuare un colpevole. Io mi sono sempre assunto le mie: ho commesso errori, che ho riconosciuto. Detto questo, quando nella seconda parte si è parlato giustamente di meriti, come altrettanto giustamente nella prima si parlava di demeriti, il mio nome è saltato fuori molto poco. Mi voglio togliere un sassolino dalla scarpa, perché nel momento in cui si parla di responsabilità io me le accollo tutte, senza alcun tipo di problema, ma quando c’è da riconoscere i meriti ho visto poca onestà in ciò che ho letto e, devo essere sincero, certe cose non mi sono andate giù».

«Io ero uno dei pochi che credeva e che ha sempre creduto nel valore di questa squadra – prosegue il d.s. – e facciamo caso a chi ha giocato nel periodo per noi estremamente favorevole: certo alcuni giocatori sono stati inseriti ex novo, ma 13 o 14 sedicesimi (considerando anche i cambi) di quelli che sono scesi in campo ogni volta erano ragazzi che avevano iniziato la preparazione ad agosto. Questo significa che la squadra è stata corretta, ma non rivoluzionata. E significa che quel che che era stato fatto ad agosto non era tutto sbagliato, per cui questa squadra ha sempre avuto dei valori. Poi è normale, in qualche zona del campo bisognava intervenire, cosa che abbiamo fatto ma, lo ribadisco, questa squadra ha sempre avuto qualità sulle quali io ho sempre creduto».

In casa Biagio si comincia già a guardare al futuro. Che, per ciò che riguarda la casella nell’organigramma relativa al direttore sportivo, è ancora da scrivere. «Ci sto riflettendo – dichiara Rossini – la società sa quello che penso. Per essere stata una prima esperienza è stato un anno veramente ‘tosto’, pensavo di poter arrivare a maggio più rilassato, per cui…devo riflettere. La società mi ha sempre lasciato carta bianca e nel momento in cui è intervenuta mi ha detto essa stessa che voleva farlo, dunque non mi ha detto: “devi fare questa cosa qua…”, per cui non sono mai stato costretto a operare contro la mia volontà. Tornassi indietro, rifarei tutto da capo e tutto diverso, ma per mia conformazione mentale. Non inizierei nemmeno a giocare a calcio e studierei fisica, pensa un po’. Mi incuriosisce pensare a come sarebbe andata se avessi fatto scelte diverse, per cui rifarei tutto, ma in un’altra maniera, perché sono fatto così. Adesso penso che la rosa in blocco meriterebbe di rimanere qui, perché abbiamo creato un gruppo veramente unito, ma non sarà facile trattenerli tutti».

«I tifosi? Mi è capitato di parlare con qualcuno di loro – conclude – con cui c’è stato anche un confronto molto acceso a Rio Salso. Loro sanno perfettamente quel che pensiamo noi. Io ho sempre detto loro che sono sempre stati la parte fondamentale della Biagio, sia in casa che in trasferta. Quest’anno purtroppo in casa non ci hanno sostenuto e in trasferta lo hanno fatto in tono minore rispetto ai precedenti otto anni in cui sono stato qui. Sicuramente è stato un fattore che ci ha penalizzato, perché so quanto peso riveste il loro apporto, soprattutto nelle partite interne. C’è sempre la possibilità di ricompattare. Io credo molto nella comunicazione, nella vita niente è definitivo, solo la morte lo è. Basta che ci sia la volontà, da entrambe le parti».

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