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Panzini, il maestro delle promozioni si racconta: «Basket, famiglia e Ancona. Ho tutto ciò che serve»

Il talento della Luciana Mosconi Basket si è svelato tra passato, presente e futuro tra sogni e aneddoti di vita e di carriera

ANCONA- La marcia d’avvicinamento alla fine della regular season di Serie B per la sua Luciana Mosconi Basket è l’occasione buona per riavvolgere il nastro dei ricordi. E mentre pensa alla prossima sfida esterna con Imola, che precederà l’ultimo atto interno contro Chieti prima dei playoff (in base alla graduatoria si procederà all’incrocio con il girone Sud), Lorenzo Panzini ripercorre la sua carriera sul parquet tornando ai primi passi:

«L’inizio non poteva che essere con la Stamura, fino a diciassette anni. Ho avuto tante possibilità di andare a giocare lontano da Ancona ma un po’ per la scuola, un po’ per altri impegni ho sempre ritardato quest’eventualità. Poi, proprio un anno prima della maggiore età ho deciso di accettare l’offerta del Rimini che si è rivelata fondamentale per la crescita sportiva e umana. Fu il primo passo di un lungo peregrinare in giro per l’Italia durato quattrodici anni». Quattrodici anni e cinque campionati vinti in Serie B a Vigevano, Barcellona Pozzo di Gotto, Ferentino, Latina e Montegranaro. Ma anche Matera, Latina, Siena e infine Ancona per chiudere un cerchio aperto tanto tempo fa: «Ho avuto il piacere di togliermi delle belle soddisfazioni, di vincere campionati, di conoscere amici e colleghi che ancora oggi sento e porto nel cuore. E ho giocato la Serie A1 a Montegranaro».

In estate il ritorno ad Ancona, quella città che di fatto non ha mai lasciato: «Già da qualche anno si ventilava la possibilità ma nell’ultima estate ci sono stati passi decisi e non ci ho pensato due volte, anche per ricongiungermi con un fratello come Simone Centanni. Ancona per me è tutto, sono tifoso dell’Ancona calcistica fin da bambino, ci sono i miei amici e la mia famiglia. Una famiglia che presto si allargherà. Ho finito gli studi, insomma ho tutto ciò che serve». Ancona è anche Alessandro Pajola e Achille Polonara, due amici che sono arrivati in alto e che con Panzini hanno condiviso tantissimo: «Sono brave persone prima che ottimi giocatori. Rappresentano l’orgoglio della pallacanestro anconetana, ad oggi pensare a due giovanissimi che possano seguirli è difficile. La vita, la carriera, è fatta di treni. Non sempre si scelgono quelli giusti. Io sono strafelice di quello che ho fatto, voglio togliermi ancora soddisfazioni nella mia città».

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