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Dall'altra parte del campo, l'arbitro dorico Marco D'Ascanio al debutto in Lega Pro

Dalle prime partite dirette in Terza Categoria, ai riti scaramantici del prepartita. Ora il 30enne arbitro anconetano è pronto al debutto in Lega Pro. Ritratto di chi vive dall'altra parte del campo

L'arbitro. Un giudice senza opposizione. Fa del cartellino la sua arma, il fischietto è la sua sentenza. Nessuno corre più di lui. In tanti lo osservano, e solo pochi lo vogliono imitare. Marco D'Ascanio è uno di questi. Anconetano doc, affronterà nella prossima stagione il suo primo anno in Lega Pro.

GLI INIZI. Prima amante del calcio giocato, a soli 16 anni arriva la proposta di un amico che dà il via alla sua carriera. Perchè non inizi un corso per arbitri? Passa poco ed arriva la prima convocazione. Nel 2002 a soli 17 anni, D'Ascanio dirige Ponterosso-Palombina, match dei Giovanissimi Provinciali. Poi pian piano il suo percorso si delinea sempre più, passando per altre categorie giovanili, fino ad arrivare, un anno dopo, a Varano-Atletico Numana. La sua gara più importante. Il match di Passo Varano sarà un punto di svolta per Marco D'Ascanio. Non certo per il prestigio della partita (si sfidavano due squadre di Terza Categoria), quanto per la consapevolezza che quello che doveva essere soltanto un hobby, stava diventando qualcosa di più.

IL PERCORSO. Arbitro della nuova generazione, amante del dialogo con giocatori ed allenatori, Marco D'Ascanio inizia con rapidità la sua scalata. Prima Categoria, Promozione, Eccellenza e Serie D. Una camminata veloce e trionfale, accompagnata senza soluzione di continuità dal suo taccuino. Lo stesso fin dall'esordio a Ponterosso, fedele nella solitudine che solo un arbitro sa affrontare. Il rapporto morboso con il suo taccuino è però l'unico rito scaramantico di D'Ascanio. Il resto è solo passione, talento e sudore. Fischietto all'inglese, il 30enne anconetano, fa della serenità il suo punto di forza. Tranquillità che trasmette ai suoi collaboratori, ma in particolar modo ai giocatori in campo. Calma e forza d'animo, riconosciuta e rispettata dai calciatori in campo, che permette a D'Ascanio di affrontare gli errori in maniera costruttiva, senza perdere la concentrazione e soprattutto, come si dice nel gergo arbitrale, la partita.

IL SOGNO. Nato nel mito di Collina e cresciuto nell'ammirazione di Rizzoli, D'Ascanio farà il suo esordio a soli 30 anni in Lega Pro. Un percorso netto, puntuale e preciso (come le sue decisioni in campo) che potrebbe portarlo nel giro di pochi anni ad ambire a palcoscenici ancora più importanti. Per ora il suo sogno è arbitrare una finale playoff di categoria. Ma chissà, con la sua serenità ed il suo talento, ambire al calcio d'elite potrebbe non essere un'utopia.

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