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Il gioco non c'è, l'Anconitana non vince più. Ma si va avanti con Ciampelli

Bordate di fischi sulla squadra dopo il deludente pareggio con il Castelfidardo. Summit nel dopo partita tra la società e il tecnico: nessun ribaltone

Il gioco che non c’è, i risultati che non arrivano, il diluvio di fischi sulla squadra. Ma l’Anconitana ha deciso di andare avanti con Davide Ciampelli. Nessun ribaltone, dunque, dopo il pareggio con il Castelfidardo, ennesima delusione di un inizio di campionato sotto tono che ha fatto scivolare i dorici a -4 punti dalla vetta, occupata dall’Urbania. In un mese Ambrosini e compagni hanno raccolto una sola vittoria su 5: troppo poco per ambire al ritorno in serie D.

Quel che preoccupa è la clamorosa involuzione di una squadra che non tira più in porta, si è appiattita, è in balìa degli avversari ed è uscita dallo stadio sotto una bordata di fischi e al coro degli ultras «Vogliamo gente che lotta», mentre il Castelfidardo se n’è andato tra gli applausi dello stadio Del Conero. Dopo la partita si è tenuto un summit tra il presidente Stefano Marconi, i suoi collaboratori e Ciampelli: un confronto sugli errori commessi e sulle ragioni del trend negativo, al termine del quale, però, la società ha scelto di andare avanti così, rinnovando la fiducia al tecnico in un momento delicatissimo del campionato, con la trasferta di Senigallia alle porte. 

«I ragazzi lavorano con la voglia di crescere, certe prestazioni non piacciono ai tifosi, giustamente, e nemmeno a noi, ma dobbiamo andare oltre, salvare l’aspetto mentale di una partita che a un certo punto poteva essere messa in discussione in modo grave e rialzarci perché la squadra ha le caratteristiche fisiche e morali per rispondere presente» ha commentato Ciampelli, che poi ha ammesso: «Siamo stati lenti nell’avvio dell’azione, contro un avversario che aveva subito solo due gol era difficile trovare spazi attraverso il gioco, bisognava sbloccarla con un episodio: siamo stati bravi a trovarlo con la rovesciata di Borghetti, ma poi ci siamo dimostrati ingenui su una palla inattiva e nel modo di difendere. E’ mancata anche qualità nei passaggi verso i tre attaccanti che, pure, hanno fatto i movimenti giusti ma andavano supportati meglio». 

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