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"Massi" Neri oltre l'amarezza: «Gruppo straordinario, non abbiamo rimpianti»

Il tecnico del Città di Falconara, uscito dai play-off scudetto per mano del Bitonto, parla della stagione e del suo futuro: «Mi incontrerò con la società e decideremo insieme»

Abbandonare la corsa per il tricolore, ad un passo – o meglio ad un paio di minuti – dalla finale da disputare per difendere il titolo è un boccone duro da digerire. Specie se ad interporsi tra il Città di Falconara e la serie con il Francavilla (qualificata all’atto conclusivo dei play-off scudetto di futsal femminile) piegando nel derby il Pescara) sono stati imprevisti di carattere fisico e l’exploit di una Renatinha tanto sorniona per un tempo e tre quarti tanto devastante in poco meno di un minuto. Ma Massimiliano Neri, tecnico delle “Citizens”, è comunque fiero del percorso effettuato dalle sue ragazze a cui è difficile imputare qualcosa.

Nessun rimpianto?
«Il calcio è questo – dice – ed è fatto di episodi. Al di là della bravura di Renatinha, che in meno di un minuto è andata a segno tre volte in gara 3, nel complesso non abbiamo demeritato, anzi. La gara 1 ci è sfuggita per una svista arbitrale piuttosto evidente, una cosa che va messa a bilancio però intanto c’è stata. Abbiamo vinto gara 2 e dopo quarantotto ore siamo tornati in campo, andando a condurre 5-2 in trasferta in un impianto con oltre 2000 persone a tifare per le nostre avversarie. Nel finale abbiamo dovuto rinunciare a Dal’Maz, che nei supplementari non è più rientrata ed anche a Rozo che ha chiuso praticamente su una gamba sola. Da quando alleno non ricordo ci sia mai capitato di prendere così tanti gol in così poco tempo: e nonostante tutto, abbiamo anche disputato un buon primo supplementare, sfiorando anche il vantaggio. Poi, siamo crollati».

Il gruppo come ha assorbito questa delusione?
«Ho passato la serata a consolare le ragazze, ed a spiegare che, in fondo, certi k.o. servono a crescere, a maturare ancora per migliorarsi, anche se parliamo di giocatrici che hanno palmares invidiabili. Diciamo che anche la formula non ci ha dato una mano: due gare così ravvicinate, in trasferta, con poco tempo da dedicare al riposo che per forza di cose in trasferta non può essere ottimizzato, non è il massimo. Non è un voler cercare alibi, questo no, ma nel conto va inserito un po’ tutto. Resta comunque la prestazione offerta e l’atteggiamento del gruppo: ho sempre detto che ho avuto il privilegio di guidare una squadra fatta di persone incredibili, prima ancora che di atlete dalle straordinarie qualità tecniche. Ed il vederle in campo coi crampi, o infortunate, e chiedere comunque di entrare o di non essere sostituite ritengo lo confermi una volta di più».

Il verbo coniugato al passato è un lapsus freudiano?
«No (ride), è semplicemente che si è chiusa una stagione e si parla di un qualcosa che è terminato»

Una stagione o un ciclo?
«Bella domanda. Diciamo che abbiamo chiuso un 2022, inteso come anno solare, in cui abbiamo vinto tutto. Ed il secondo 50% di questo Grande Slam è stato fatto con una formazione un po’ meno...ricca di quella che ha piazzato il “doble” Scudetto-Coppa Italia nella seconda parte della stagione 2021/2022. Non ti nascondo che già a gennaio, dopo la vittoria in Europa di dicembre a cui ha fatto seguito un calendario terribile pieno di impegni, è stata dura combattere quell’appagamento naturale dopo un filotto di trofei messi in bacheca. Poi la fame di vittorie, che è nel Dna delle ragazze ed è uno dei motivi per cui sono speciali, ci ha permesso di disputare un grande play-off, a prescindere dall’epilogo. Però, è normale che certi traguardi li raggiungi con la programmazione, dando sostanza a quello che pianifichi a tavolino. Dopo una scorpacciata di successi come quella che abbiamo fatto, delle riflessioni ci stanno».

Stai riflettendo anche tu?
«Quello sempre. Arriverà il momento, tra non molto, di farlo anche con la società. Decideremo insieme».

Facciamo trionfare la retorica. Ti piacerebbe riprovarci?
«Certo. Vincere non stanca mai».

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