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I falsi miti sul bilinguismo: come affrontarli

Il bilinguismo infantile è spesso avvolto da dubbi o incertezze. Eppure è una delle pratiche di insegnamento più efficaci, tra quelle riconosciute

È ormai consolidato il fatto che, per un bambino, frequentare una scuola dell’infanzia bilingue può fare la differenza per l’apprendimento. Non è un discorso cognitivo, ma ha a che fare anche con la nostra società, sempre più multietnica e quindi sempre più multilingue.

Malgrado ciò, in Italia il bilinguismo infantile è ancora circondato da pregiudizi e disinformazione. Spesso, come accade, tale diffidenza è legata a una paura di fondo o più semplicemente al “sentito dire” senza una reale contestualizzazione o un approfondimento con professionisti del settore dell’insegnamento.

Silvia Savini e Sonia Vescovi, entrambe pedagogiste e consulenti pedagogico familiari, rispettivamente l’una coordinatrice della nuova Scuola d’Infanzia CristoRe Ancona dell’Impresa sociale Polo9 (unica scuola con un programma bilingue ad Ancona) e l’altra referente dell’area Polo9 “Nuove Generazioni”, sfatano alcuni dei falsi miti legati al bilinguismo.
Abbiamo analizzato tre punti, in modo da ottenere una visione ampia dei benefici di questo tipo di apprendimento.

Due lingue: qual è lo sforzo richiesto?

“Due lingue richiedono troppo sforzo per il cervello di un bambino piccolo, quindi un bambino bilingue è confuso e non impara a parlare bene nessuna lingua”

I bambini imparano qualsiasi lingua senza sforzo, esattamente come imparano a camminare. Il bilinguismo infantile è diverso dall’apprendimento di una seconda lingua in età adulta: è un processo spontaneo che ha luogo se il bambino ha occasione di ascoltare e vivere la lingua e sufficiente motivazione ad usarla. Lo sviluppo linguistico bilingue segue gli stessi stadi dello sviluppo monolingue.

Quali vantaggi per un bilingue?

“L’italiano di un bilingue non può essere allo stesso livello del monolingue, quindi un bambino bilingue ha un rendimento scolastico più basso”

Crescere con più di una lingua porta una serie di vantaggi linguistici e mentali. Uno di questi è una maggiore conoscenza del linguaggio e una maggior abilità di distinguere tra forma e significato delle parole. E questo perché i bilingui possiedono due vocaboli per lo stesso oggetto e due modi di esprimere lo stesso concetto. Queste abilità comportano vantaggi nello sviluppo delle capacità di lettura e scrittura, nella comprensione della lingua e nell’apprendimento di una terza o quarta lingua. Inoltre, i bambini bilingui spesso gestiscono meglio il controllo dell’attenzione: sono più capaci di focalizzare l’attenzione ed eseguire più compiti contemporaneamente o in rapida successione.

Bilinguismo: una marcia in più

“I bambini bilingui sono dei piccoli geni! La seconda lingua si può imparare a casa, basta che i genitori parlino lingue diverse e i figli avranno tutti questi benefici”

I benefici del bilinguismo non rendono automaticamente “intelligenti” ma danno una “marcia in più” che avvantaggia i bilingui in molte situazioni della vita quotidiana. Gli effetti positivi del bilinguismo non sono riscontrabili in tutti i contesti e in tutti i tipi di bilinguismo. Ci sono alcuni fattori esterni che hanno un ruolo fondamentale: per esempio, la quantità di esposizione a ciascuna lingua; la presenza quotidiana di una insegnante madrelingua parlante; la motivazione ad usare la lingua. Se un bambino non è motivato a un uso frequente della lingua e associa il bilinguismo a emarginazione, discriminazione e giudizi negativi, è molto meno probabile che ne tragga vantaggi.

Scuola CristoRe: un’eccellenza ad Ancona

In conclusione, che cosa devono fare i genitori che vogliono far crescere i figli bilingui? Se ci sono due lingue a casa, non c’è dubbio: vanno parlate fin dalla nascita. Se si parla solo italiano, si può mandare il bambino ad una scuola bilingue anche già a partire dai 3 anni. Il bambino diventerà bilingue e sarà ancora più motivato se anche i genitori dimostrano interesse verso quella lingua. La continua esposizione ad una lingua diversa, in quell’età, ne favorisce più facilmente l’acquisizione.

La Scuola CristoRe (situata in via Isonzo 194B) è l’unica scuola dell’infanzia con un programma bilingue ad Ancona. Qui non si insegna l’inglese, ma si insegna in inglese, come cita lo slogan. L’approccio alla lingua è immersivo. Il Polo d’infanzia CristoRe può accogliere fino a 180 bambini in una struttura immersa nel verde al centro della città con mensa interna e menù elaborato dal nutrizionista nel rispetto della stagionalità dei cibi. La scuola si riconosce nei valori dell’impresa sociale Polo9, che la gestisce e coordina da ormai tre anni: innovazione, accoglienza, multiculturalità e relazione. Il polo comprende un centro infanzia 1-3 anni e una scuola d’infanzia 3-5 anni, in cui è presente la sezione bilingue italiano-inglese. L’obiettivo è mettere al centro ogni bambino.

Didattica, Laboratori e attività

La didattica del centro infanzia 1-3 anni favorisce attività all’aria aperta, e l’approccio è finalizzato all’acquisizione dell’autonomia da parte del bambino. La sezione 3-5 anni è organizzata per laboratori (musica, robotica, arte e manipolazione, lettura, educazione motoria e grafomotricità) e la possibilità di accedere alla sezione bilingue con un’insegnante madrelingua. Ogni attività ha un’aula dedicata, inclusa un’area giochi all’aperto e un bosco dove sperimentare l’educazione ambientale.

La scuola è sempre aperta a famiglie e genitori per visite guidate e richiesta di informazioni.

Per ricevere informazioni di qualsiasi tipo si può telefonare e ai numeri 07136420 e 370.1244534 oppure scrivere una mail all’indirizzo scuolacristore@polo9.org 

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