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Ancona si aggiudica il 65° posto per “intelligenza”

Una città che sta diventando smart l'innovazione è così tangibile e diffusa da sentire la differenza tra il 'prima' e il 'dopo'. Il capoluogo marchigiano secondo il report di Between deve migliorare

Le città italiane, rispetto a quelle europee e al resto del mondo, sono in ritardo, verissimo, ma anche nel Bel Paese sembra si comincino a registrare buoni risultati di innovazione connessi al paradigma delle Smart Cities. E Ancona, nel ranking nazionale delle 116 studiate da Between, in materia di servizi digitali e sviluppo sostenibile, è al 65° posto. C’è da sottolineare  che, come si legge nel rapporto,  “il ranking dello Smart City Index è una classifica relativa pensata per misurare non il livello assoluto di innovazione Smart, ma la distanza tra la città migliore (nello studio Bologna) e le altre.

Quando una città è smart? Quando coloro che la vivono percepiscono la visione di come sarà in futuro avvertendo che chi ha avviato il percorso verso quella visione è in grado di cambiare le cose. In buona sostanza in una città che sta diventando smart l’innovazione è così tangibile e diffusa da sentire la differenza tra il ‘prima’ e il ‘dopo’.

A non rendere le cose semplicissime la scarsità di risorse e l’assenza di pragmatici modelli a cui far riferimento. Come si legge nel Rapporto: “lo Smart City Index vuole essere un contributo allo sviluppo delle Smart Cities in Italia, che sta avvenendo in modo lento e disomogeneo. Tutti i soggetti locali (sia i Comuni, sia gli altri stakeholders locali coinvolti nei progetti di Smart City) stanno percorrendo le curve di apprendimento in modo indipendente e senza sfruttare le esperienze delle altre città. È necessario rispettare le diverse realtà, ma è importante anche non perdere tempo e risorse e costruire una comune curva di esperienza. Diviene quindi importante identificare le best practice, al fine di ricavare i modelli percorribili, più adatti ad ogni tipologia di città e di situazione locale. Ma senza una metrica condivisa, la rilevazione delle best practice è arbitraria, e dunque difficile. È per questo motivo che è nato lo Smart City Index”.

Tuttavia, quello delle Smart City è un settore in cui l’Italia non si posiziona male. Città intelligenti dunque? Pare proprio di sì, secondo la società Between che da ormai dieci anni effettua la misurazione della ‘smartitudine’ italiana e stando all’ultimo rapporto, il Bel Paese sta percorrendo a una buona velocità la strada verso la creazione di città intelligenti, ognuna con i suoi tempi e con i propri strumenti.

Il progetto ha classificato 116 Capoluoghi italiani ‘primari’ (individuati dall’ISTAT), analizzati in materia di servizi digitali e sviluppo sostenibile, utilizzando oltre 150 indicatori e 9 aree tematiche: Ancona, raggiunge un punteggio di 65,3.

Si posiziona nella prima fascia (posizioni da 1 a 39 ranking) solo per “Risorse naturali”; slitta in seconda (posizioni da 40 a 78 del ranking) per ben sette ambiti: per “Smart mobility” (nel trasporto pubblico e privato), “Mobilità alternativa” (auto elettriche, car sharing e car pooling, piste ciclabili) ),  “Smart government” (pagamenti elettronici, open data e servizi online), “Broadband” (reti wi-fi, fibra ottica e servizi Mobile), “Smart education” (scuola digitale e servizi multimediali),  “Efficienza energetica” (smart building e smart lighting) ed“Energie rinnovabili” (fotovoltaico, idroelettrico ed eolico). Scade poi in terza fascia (posizioni da 79 a 116 del ranking) per quel che riguarda “Smarth health” ( sanità elettronica, multimediale e servizi web)

Il rapporto di Between mette poi in correlazione lo Smart City Index con la classifica dell’indice di Qualità della Vita stilata ogni anno dal Sole24ore e Ancona rientra nel quadrante Città del Benessere Analogico, ossia quelle città che mostrano dei livelli elevati di qualità della vita, ma non si sono fino ad ora dimostrate abbastanza “Smart”, non hanno quindi introdotto innovazione in città.

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