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Ancona, il lavoro? Meglio se è green

Il rapporto "Greenitaly 2013 Nutrire il futuro" della Fondazione Symbola e Unioncamere racconta una Penisola che va dritta verso l'economia verde e in Regione 980 assunzioni

Sono 9.830 le imprese della regione Marche che hanno deciso di investire nel green e nella sostenibilità e che, quindi, sono in grado di assicurare maggior risparmio energetico e di conseguenza un minor impatto ambientale. Dato positivo è anche quello riguardante le assunzioni previste per il 2013 in questo settore, che solo in questa provincia si attestano a 494. Ad affermarlo il rapporto “Greentaly 2013 Nutrire il futuro”, il rapporto annuale di Unioncamere e Fondazione Symbola presentato lo scorso 4 novembre a Milano presso la sede di Expo 2015 e che vuole raccontare lo stato dell’arte e soprattutto le eccellenze della green economy nazionale.

Il rapporto disegna un’Italia che è decisa a perseguire la strada della green economy, considerata parte propulsiva dell’economia italiana. In tutta la penisola si possono localizzare imprese verdi anche se la parte da leone la fa il nord con ben 170mila imprese di cui 94mila nel nord-ovest e circa 75.600 nel nord-est. La Lombardia è la regione con più imprese green: qui, infatti, si possono trovare più di 60.000 imprese verdi, ovvero il 18% delle imprese green di tutto il Paese. Se dalle regioni passiamo alle province la situazione cambia leggermente: la provincia con più imprese che hanno deciso di investire sulla sostenibilità è Roma con 20.450 imprese.

Tanti i punti affrontati, come ad esempio quello spinoso delle assunzioni.  Se i green jobs sono veicolo di innovazione, come procede la diffusione di questo capitale di rinnovamento sul territorio nazionale? La disaggregazione a livello territoriale delle rilevazioni mostra che più di un terzo, per l’esattezza il 35,6%, del totale nazionale delle assunzioni non stagionali di green jobs in senso stretto previste dalle imprese nel 2013 si concentra nel nord ovest con ben 16.600 assunzioni. La Regione Marche, però, con 980  assunzioni (il 2,1% del totale nazionale) si classifica al quindicesimo posto della graduatoria. Vero è che bisogna considerare la numerosità della popolazione.

Nell’Italia centrale, i contratti di rete green, orientati dalla volontà di conseguire lo sviluppo sostenibile, si concentrano soprattutto, vuoi anche per ragioni di estensione geografica, nel Lazio (14), Toscana (13) e Marche (10); anche se, all’interno delle stesse regioni, non rappresentano eccessivamente la numerosità del totale dei contratti di rete. Va detto però che in tutto il Centro (compresa quindi l’Umbria) la quota di contratti di rete “green” è decisamente al di sotto della media nazionale, attestandosi complessivamente al 16,7%.

Insomma, bisogna continuare su questa strada e fare  sempre meglio, perché la green economy ha tutte le carte in regola per essere parte propulsiva dell’economia italiana. Ad affermarlo anche il Ministro Orlando che a conclusione della presentazione del Rapporto ha affermato che ''non solo c'è un'Italia che ce la sta facendo con la green economy, ma che la green economy può aiutare tutto il Paese a farcela. Mi riferisco a chi in questi quattro anni si è orientato a questo settore e i dati dicono che ha resistito meglio alla crisi ed è riuscito ad intercettare meglio la ripresa”.

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