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Ad Ancona una “green flag” della Cia

La Confederazione italiana agricoltori ha consegnato le bandiere verdi 2013. Non solo eccellenze agricole, ma anche in grado di coniugare sapientemente innovazione e tradizione, senza dimenticare la solidarietà e i comportamenti virtuosi

La Bandiera Verde 2013 della Confederazione italiana agricoltori è stata una vera e propria  ‘caccia al tesoro’ alla scoperta dei gioielli del “made in Italy” il cui valore si aggira attorno ai cinque miliardi di euro. Il premio, conferito alle eccellenze agricole, all’innovazione e alla tradizione, alla solidarietà e ai comportamenti virtuosi, rivela un’agricoltura dall’enorme potenziale. Un punto fermo per ripartire e sviluppare indotto e redditi nonostante la crisi.

Ed è un piacere scoprire che non c’è solo l’Italia del Ponte di Rialto e della cupola di San Pietro, dei musei, dei “poeti, santi e navigatori”, ma anche l’Italia delle “dune costiere”, della pecora “Pagliarola” salvata dall’estinzione, dei “costicci e gobbi” e quella virtuosa del Comune di Melpigliano dove si interviene sul verde urbano per tutelare la salute dei cittadini e la biodiversità del territorio. È la fotografia scattata dal premio “Bandiera Verde Agricoltura 2013”, promosso dalla Cia-Confederazione italiana agricoltori, che a Roma nella Sala della Protomoteca in Campidoglio, è stato consegnato a ventuno “campioni” dell’agricoltura sostenibile, dell’innovazione, dell’originalità, dell’ingegno, della tradizione, della qualità.

Tra i premiati di Bandiera Verde, giunta quest’anno alla sua undicesima edizione, nella provincia di Ancona, l’Azienda “Latini e Rubini” di Offagna, un casolare rustico di fine 800, interamente ristrutturato con i materiali originali, dove vive la famiglia e dove sono state ricavate due sole camere per gli ospiti, proprio sotto la Rocca di Offagna ma a soli 20 km dal mare, circondata dalla frescura dei cedri. Questa piccola oasi può essere orgogliosa di un riconoscimento così attento alle migliori peculiarità agricole ed ambientali anche solo per il fatto che da oltre quarant’anni l’azienda è impegnata nella promozione di stili di vita salutari e buone abitudini alimentari: in quanti sono pronti a rinunciare a una frittata con i “pincicarelli”? O alla zuppa con quel particolare tipo di cece, le cui piante si tramandano da generazioni, o ai gobbi con i costicci? Ma non è solo questo. L’impegno si esprime anche nel mantenimento delle tradizioni, nella tutela della biodiversità e nella quotidiana diffusione della cultura rurale. Una su tutte, la riproposta delle fasi dell’Antica battitura del grano: didattica per ragazzi o scoperta per adulti? 
 
Oltre la provincia anconetana c’è chi realizza abiti d’alta moda con la fibra del latte, chi alleva “super capre” da cashmere che producono 500 grammi di lana straordinaria, chi ricava dalle “zucche luffa” batuffoli spugnosi per la cura del corpo, ma anche chi mette in piedi un vero “museo” sugli usi della canapa come “food”, nell’edilizia, nella cosmetica e nel tessile e chi fa rete con altre aziende e agriturismi per presidiare i boschi storici e salvaguardare il paesaggio agrario.

Quindi, anche se il Paese respira una persistente crisi, c’è chi nell’agricoltura e nel territorio rurale, cerca, e spesso trova, energie per superare l’impasse e creare nuove situazioni di reddito e sviluppo. La nuova tendenza, che emerge dal profilo dei premiati di “Bandiera Verde”, è quella di sfruttare anche l’indotto generato da un’agricoltura funzionale a un nuovo modello di turismo.

D’altronde, proprio gli “enogastronomi”, in giro per l'Italia, pongono come motivazione principale dei propri viaggi la ricerca di cibi buoni, affrontano vacanze, da 3 a 5 notti, integrando gli aspetti culinari con il wellness, lo shopping, lo sport all’aperto, le escursioni tra paesaggi e luoghi naturalistici.

Ciò significa -avverte la Cia- che valorizzare il comparto enogastronomico vuol dire valorizzare la cultura italiana dell'ospitalità, in particolare quella rurale, rafforzando il valore dei prodotti locali e l'identità culturale nazionale.

Ma dal “curriculum” dei premiati con “Bandiera Verde” per il 2013 emergono anche personalità speciali, che con mirabili intuizioni e tanto impegno hanno contribuito affinché luoghi problematici si trasformassero in aree di grandi opportunità, sia per il benessere e il lavoro delle persone che per l’economia.

Grazie al premio, -conclude la Cia- dal 2003 a oggi sventolano oltre 200 green flags tra aziende, comuni, province e parchi. Comunque i “virtuosi” che la meriterebbero nel è nostro Paese sono più di 15 mila. Tra le regioni più attive nel 2013, nell’ambito degli aspiranti alla  Bandiera Verde la Puglia, le Marche, il Veneto e l’Umbria, ma ogni angolo del Paese nasconde “gioielli” da scoprire.

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