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X Factor, l’anconetano Plugsaints approda ai Live: «Con lui stiamo vivendo un sogno»

Luca Spinsante, padre di Edoardo in arte “Plugsainst”, ha commentato l’ingresso del figlio ai Live del famosissimo talent nella squadra di Hell Raton. C’è un aneddoto curioso nella sua storia

E’ scoppiata un’autentica “Plugsaints” mania. L’ingresso nei Live di X Factor dell’artista anconetano classe 2001 Edoardo Spinsante è stato seguito, con numeri da record, dai suoi concittadini e non solo. In tantissimi hanno palpitato davanti alla televisione nell’ultimo turno di selezioni che ha visto l’artista dorico approdare nella fase clou del famosissimo talent show nella squadra del rapper e produttore discografico Hell Raton. Tra i tifosi, tanti e sparsi in tutta Italia, c’era anche papà Luca da sempre il primo tifoso di Plugsaints:

«Con lui stiamo vivendo tutti un grande sogno. Quello che gli sta accadendo è travolgente e pensare che all’inizio vedeva X Factor così lontano dal suo stile. La musica è sempre stata il suo mondo, da tempo si è tuffato a capofitto sulla strada della produzione, studia con impegno a Milano e ha deciso di tentare la strada delle selezioni. Da padre è bello vedere come tutto ciò lo stia coinvolgendo di giorno in giorno». Raccontare le emozioni, certe emozioni, non è assolutamente impresa facile: «Mi trovo in un vortice di emozioni. Siamo tutti orgogliosi di lui, io, la mamma, i nostri amici e vi lascio immaginare le nonne. Per strada mi fermano, mi fanno i complimenti, non siamo abituati ad una cosa del genere. Io sono di Numana ma Edoardo è di Ancona, la sua città lo sta accompagnando passo dopo passo in quest’avventura».

C’è un aneddoto che racconta bene l’esplosione di Plugsaints. Un aneddoto casuale e fortuito come spesso accade in quest’occasione: «Ha iniziato a vivere con la musica, prendendo lezioni di pianoforte poi con il tempo ha abbandonato la musica classica cercando qualcosa di più vicino a lui. L’evento determinante è stato molto casuale. Ci trovavamo a cena ad Ancona in un ristorante che aveva un pianoforte all’ingresso. C’era un gruppo di ragazzi che stava provando con scarsa fortuna a mettere insieme un “tanti auguri” per un loro amico. Quasi scherzando ho esortato Edoardo ad andare a salvare la situazione, ma non credevo assolutamente che potesse alzarsi e farlo. Invece ha preso coraggio si è portato al pianoforte e ha iniziato ad esibirsi. Intorno a lui, in poco tempo, si è creato un capannello di persone che non volevano più che si staccasse dallo strumento. Gli auguro di raggiungere i suoi obiettivi rimanendo sempre con i piedi per terra. Se lo merita».

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