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Tamberi-Fassinotti, Gimbo non ci sta: «Mancato saluto? Mi ha provocato, non è la prima volta che lo fa»

Attraverso il proprio profilo Instagram la medaglia d’oro olimpica ha spiegato quanto accaduto con il rivale Marco Fassinotti

ANCONA- Continua a tener banco lo scontro avvenuto al termine degli Assoluti di Atletica Leggera, dopo la gara nel salto in alto, tra Gianmarco Tamberi e il rivale Marco Fassinotti. Sotto la lente d’ingrandimento il mancato saluto dopo la vittoria di Gimbo allo spareggio con la misura di 2.26. Il campione anconetano, medaglia d’oro olimpica a Tokyo, era visibilmente contrariato per non aver avuto la possibilità – pur vincendo la gara – di tentare le misure successive in virtù del regolamento (sarebbero state utili nel percorso d’avvicinamento al Mondiale di Eugene il 15 luglio) ma dietro al rifiuto della stretta di mano potrebbe esserci dell’altro:

Storie IG Tamberi-4«Faccio questo video per spiegare ciò che è successo, vedo tante ipotesi e vorrei dar voce a quanto accaduto – ha spiegato Gimbo sulle proprie storie di Instagram – Mi scuso per il mio gesto, è comunque sbagliato reagire ma in un momento di massima tensione sono caduto nella provocazione. Avrei voluto saltare più in alto, era la mia ultima gara prima del Mondiale e invece le cose sono andate diversamente. Dopo lo spareggio e il salto a 2.26 non sono potuto andare avanti perché il regolamento parla chiaro in questo senso. Sceso dal saccone sono andato verso Marco Fassinotti per congratularmi. Mentre mi avvicino tendendogli la mano lui mi guarda e, sorridendo, mi ha ricordato che sarei potuto andare avanti. Prendendomi in giro. Era tutta la gara che mi stava stuzzicando, è già successo in passato. Nel 2013 successe una cosa simile, mi disse “pensavi di battermi?” quando lui per me, essendo più grande, era un esempio da seguire».

Proseguendo nella sua disamina social: «Bisognerebbe essere sempre precisi e non scomporsi. Non ci sono riuscito. Mi dispiace leggere certi commenti, non posso essere considerato un antisportivo io che ho sempre messo il rispetto dell’avversario al primo posto. Anzi, li ho sempre sostenuti. Vuol dire che il messaggio non è passato nel modo giusto».

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