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Maestro giocoliere a domicilio: «L'arte circense per cancellare l’ansia del risultato»

Il progetto didattico dell'artista circense Simon Luca Barboni: «Non conta l'obiettivo, ma il percorso e lo stare con sé stessi. La giocoleria sa essere una "uscita d'emergenza"»

Suona il campanello, apri la porta e si presenta…un giocoliere. E’ Simon Luca Barboni, 33enne jesino, artista di circo contemporaneo, che ha deciso di tenere delle vere e proprie lezioni a domicilio di giocoleria. Niente paura, le regole di sicurezza sono chiare: didattica in soli contesti familiari e in terrazze o giardini, dove è possibile il distanziamento di almeno 2 metri. «Passo un’oretta a insegnare o approfondire uno strumento, che sia il “Diablo”, le clave, le palline o il “piatto cinese”- spiega Simon Luca- offro un avvicinamento a questo mondo che sta prendendo sempre più campo anche con l’educazione fisica». Difficile imparare?: «Ho già lavorato da 4 o 5 famiglie. Una bimba, dopo un’ora, mi ha detto “non pensavo di poter fare la giocoliera” ed è stato bellissimo. Il segreto è che questa attività non è legata all’aspettativa, non esiste un obiettivo prefissato da raggiungere. La cosa fondamentale è la scoperta e la ricerca. E' importante il percorso che fai. O meglio- specifica l'artista- io un obiettivo in testa ce l’ho sempre, ma non lo rivelo mai, così l’allievo può godere della soddisfazione di ciò che sta facendo». Lo scoglio più grande, dice il giocoliere, sta nell'iniziare: «Una volta che ti sei buttato, se hai costanza, riesci tranquillamente a far volteggiare tre palline anche a 9 anni». La giocoleria è spettacolo per chi guarda, ma molto di più per chi la pratica: «Il beneficio è soprattutto mentale, attraverso l’oggetto trovi una vera e propria uscita di emergenza, oltre a condividere momenti con te stesso. Prendere in mano un piattino e controllarlo porta all’equilibrio, praticamente è come l’andare in bicicletta- spiega Simon Luca- da un punto di vista fisico invece si acquisisce coordinazione e motricità, anche perché all’inizio è più il tempo che passi a raccoglierle le palline». 

Gli inizi 

Simon Luca scoprì la giocoleria quando, a 14 anni, vide un ragazzo giocare con il “Diablo” davanti casa sua a Monsano. «Anche io ne avevo uno, non lo usavo mai e decisi di riprenderlo- racconta- comprai un manuale per imparare a usarlo. Studiare il movimento, in movimento, su immagini fisse è stato difficilissimo. Allenandomi all’aperto ho conosciuto persone che condividevano la mia stessa passione tra cui Mirco Bruzzesi, insieme al quale ho fondato l’associazione culturale “Flumen”». “Flumen” include attività di teatro urbano e circo contemporaneo e attraverso la compagnia “L’abile teatro” propone spettacoli muti che combinano la gestualità con le abilità circensi, la danza o la musica. 

Un artista nella pandemia 

«Pensavo che avremmo visto la luce a fine marzo, ma non è per adesso- commenta Simon Luca- le sensazioni di quest’anno sono state diverse. Prima c'è stata la perdizione: nel 2020 c’era stato un momento in cui la stagione estiva sembrava avviata, poi abbiamo visto saltar via tutto come paletti. Poi è arrivata la rabbia, perché non esisteva una linea condivisa per il futuro. Ora stiamo facendo progettazione e cerco di guardare i benefici di questo periodo che, speriamo, non si ripeta più». Difficile immaginarli: «Eppure esistono- conclude l’artista- ad esempio l'imparare a dedicarsi a sé stessi prima che al lavoro. Quando il lavoro ti viene negato, hai tempo per fare tutto quello che non potevi. Io ad esempio sto imparando a fare musica». 
 

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