Chiaravalle, addio al grande albero: «Mi sento come avessi perso un amico»
Lo hanno tirato giù, da 10 anni lo vedevo ogni santo giorno, ogni volta che partivo per il lavoro o che tornavo a casa, mi dava la sensazione della potenza della natura, mi dava serenità dopo una brutta giornata o una lite familiare. 30 metri di altezza, 2 di circonferenza, oltre 60 anni dice la forestale, ma io penso fosse secolare tanto era grande. Mi sento come se fosse morto un grande amico, un grande parente, una grossa parte della mia famiglia, irrimediabilmente e mi assale la rabbia mista alla depressione. Devo vederlo tutte le ore in questo stato perché qualcuno si è lamentato della grandezza. Ho pensato di vendicarlo, di vendicarmi, di distruggere tutto ciò che appartiene agli autori di questo scempio, contro il comune immobile, il sindaco immobile, ma non servirebbe a nulla: l'albero è morto per mano nostra, per mano dell'uomo, unico essere sulla terra a non vivere rispettando la natura. E non può più tornare, è morto per sempre. Che i virus facciano il loro corso di selezione, che si moltiplichino, che diventino più aggressivi e imbattibili di sempre, non meritiamo di vivere in questo mondo, in questo modo.
Fabrizio Aureli, via Tiziano 13A, Chiaravalle, Ancona Tel 338-7778041