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Martedì, 16 Aprile 2024
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Il fascino del medioevo, 5 rocche da visitare nelle Marche

Le Marche sono tra quelle regioni che meglio hanno conservato alcune delle bellezze medioevali. Dai borghi ai castelli. VI proponiamo una raccolta delle 5 più belle rocche marchigiane, tratta dal portale Destinazione Marche

Le Marche sono tra quelle regioni che meglio hanno conservato alcune delle bellezze medioevali. Dai borghi ai castelli. VI proponiamo una raccolta delle 5 più belle rocche marchigiane, tratta dal portale Destinazione Marche. 

Fortezza Medievale di Acquaviva Picena

La rocca fu costruita dalla famiglia Acquaviva verso il 1300, ma dell'impianto originario restano poche tracce. Nel 1447 la fortezza primitiva subì corposi guasti dai fermani, che detenevano in Acquaviva fondamentali interessi strategici. Venne ricostruita nel 1474 da Giovan Francesco Azzolino, e i lavori furono diretti dall'architetto fiorentino Baccio Pontelli. Un ulteriore restauro generale si deve a Giuseppe Sacconi e fu compiuto alla fine del XIX secolo. La pianta è quadrilaterale irregolare, culminante a ogni vertice in un torrione. Le torri hanno mole e consistenza diversa in relazione all'orografia del terreno e al rischio di attacchi esterni. Questa conformazione, vista dall'alto, richiama immediatamente il simbolo di una balestra pronta a scoccare una freccia verso est, in direzione del mare. Da quella direzione infatti proveniva il pericolo maggiore. Le torri principali est (mastio) e ovest recano il baricentro lungo l'asse di simmetria della rocca, sezionando la corte in due triangoli fra loro assai simili, i cui restanti lati coincidono con le mura perimetrali. Il mastio cilindrico è alto 22 m. Il torrione maggiore situato dalla parte opposta è dotato di bocche da fuoco, mentre gli altri due erano destinati all'artiglieria leggera.

Rocca d’Ajello a Camerino

Costruita nel XIII secolo dei duchi Varano di Camerino, la Rocca d’Ajello, con l’adiacente chiesa di San Biagio, sorge su una collina boscosa nel cuore delle Marche al centro di un paesaggio incontaminato. Nei giardini pieni di fiori del castello, nei vasti ambienti medievali o nella grande corte interna si possono organizzare matrimoni. (Roccadajello.com)

Rocca Roveresca a Mondavio

Una delle più tipiche e ben conservate strutture difensive progettate da Francesco di Giorgio Martini. Nel rivellino è esposta una vasta gamma di bocche da fuoco, tra cui il mascolo, parte terminale di una bombarda grossa, del peso di oltre sei quintali. Sono presenti anche artiglierie leggere: moschettoni, falconetti, spingarde e bombardelle.

Si possono ammirare inoltre alabarde, spiedi, ronconi ed altre armi bianche, spesso artisticamente decorate. Il museo di Rievocazione storica propone un'accurata ricostruzione di ambienti e momenti di vita fra quattrocento e cinquecento, dalla festosa scena del banchetto agli orrori del carcere e della tortura.
L'armeria propone al visitatore oltre alle artglierie, una interessante raccolta di armi rinascimentali. La visita consente un diretto coinvolgimento in aspetti della cultura e della civiltà che hanno segnato uno dei momenti più alti delle comunità metaurensi.
Nel fossato esterno alla Rocca sono collocate alcune grandi macchine da guerra ricostruite su disegni del Martini. (Comune di Mondavio)

Rocca di Moresco

Non vi è certezza sul toponimo che può derivare sia dai Mori che vi edificarono una roccaforte che dalle morrecini su cui poggia il castello. Grazie alla sua poderosa fortificazione, Moresco fu alleata di Fermo per combattere gli assalti di Ascoli. La grande torre centrale un tempo aveva la cuspide in stile arabo, poi al suo crollo sostituita dalla merlatura ghibellina. Nella sala consiliare è esposta la pala di altare di Vincenzo Pagani mentre nella Chiesa di Santa Sofia si trova un affresco della scuola di Carlo Crivelli. (Fondoambiente.it).

Rocca di Offagna

La Rocca, nella sua struttura architettonica attuale ben conservata, è un notevole esempio di costruzione militare del periodo a cavallo tra il Medioevo e il Rinascimento, la sua edificazione risale al 1454 – 1456. Nel XV secolo, prima i Malatesta, poi gli Sforza cercano di conquistare il territorio anconetano, successivamente Ancona ed Osimo riprendono le ostilità per contendersi Offagna. Il pontefice Eugenio IV (Papa dal 1431 al 1447) concede ad Ancona la giurisdizione sul territorio Offagnese, ed Osimo nel 1445 commissiona la riconquista di Offagna al capitano aragonese Giacomo da Gaivano, il quale riesce a riconquistare Offagna nel 1446. Successivamente (nel 1454) però il Papa Niccolò V cedeva ad Ancona la giurisdizione di Offagna, ed Ancona costruì, sopra il castello esistente in soli due anni (1454-1456), la Rocca così come oggi si presenta. Il castello funzionò da presidio armato per qualche decennio, Osimo però non si era rassegnata per la perdita del territorio offagnese e nel 1477, con il prode Boccolino da Guzzone di famiglia offagnese, riconquista Offagna. Dal XVI sec. la fortezza perde d’importanza e le guerre paesane si esauriscono. Il castello sarà utilizzato come dimora da un Podestà, nominato dal consiglio di Ancona, che governerà le povere genti di Offagna.

La Rocca è un edificio pressoché quadrangolare con mastio eccentrico e poggia su una rupe tufacea che ne aumenta moltissimo il potere difensivo. Vista la posizione strategica non era necessaria la presenza di alcun fossato; d’altra parte gli ingressi si trovavano a notevole altezza rispetto al terreno, per cui, una volta ritirati i due ponti levatoi di accesso, la rocca rimaneva perfettamente isolata. L’edificio è costruito in una solida cinta di mura spesse, dove corrono il camminamento di ronda principale e quelli suppletivi che consentivano rapido accesso alle cannoniere. Attualmente si accede all’interno da un ingresso ricavato sventrando una delle cinquanta troniere presenti nel castello e si entra in una vasta galleria con volta a sesto acuto. Il mastio, la torre di massimo avvistamento, è suddiviso in cinque piani. Nel primo piano si trova una cella che comunica con il piano superiore tramite due botole poste sul soffitto. Il castellano risiedeva al terzo piano. Ne è prova la traccia dell’unico camino esistente in tutta la rocca. L’ingresso al mastio era situato al quarto piano, quindi a notevole dislivello. Questo era un accorgimento assai diffuso in epoca medievale: in caso di irruzione del nemico all’interno del recinto, si distruggevano le scale ed il mastio, perfettamente isolato, si preparava alla difesa ad oltranza. Sulla sommità, verosimilmente provvista di copertura, stava anzitutto la grossa campana in bronzo recante la data 1477, oltre all’invocazione alla Madonna, e il nome del fonditore, tale Iacobus de Istria. La merlatura posta a coronamento delle cortine e delle torri è di tipo ghibellino, a coda di rondine. (www.Offagna.org)

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