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Viaggio nella storia, i parchi archeologici più belli delle Marche

Le Marche sanno raccontare al meglio alcuni momenti della storia romana e non solo. Una raccolta dei principali parchi archeologici della nostra regione

Le Marche sanno raccontare al meglio alcuni momenti della storia romana e non solo. Il portale "Destinazione Marche", blog ufficiale della Regione che si ocupa di turismo, ha catalogato i principali parchi archeologici marchigiani. Ecco quali sono: 

Parco di Urbis Salvia - Urbisaglia

E’ il principale parco archeologico della nostra regione. Il percorso si snoda lungo 1 km e attraversa una tipica città dell’impero romano: cisterne dell’acquedotto, il teatro, l’area sacra e l’anfiteatro (ben conservato) dove si esibivano i gladiatori. 

Via del Sacrario - Urbisaglia 

Sentinum - Sassoferrato

In questa zona, nel 295 a.C. i romani sconfissero in battaglia i Galli Senoni e i Sannini, conquistando poi il Medio Adriatico. L’area archeologica mostra i resti della cinta muraria e di una fortificazione e un edificio a uso termale. Visitabile anche una fonderia, con i resti del forno fusorio oltre a un antico pozzo. Interessante anche la villa imperiale (1°-2° secolo d.C.) che conserva la pavimentazione in mosaico, le terme e ambienti termali. 

Via Bartolo da Sassoferrato - Sassoferrato 

Potentia – Porto Recanati

Il parco archeologico si trova a Santa Maria di Porto Recanati. Si tratta di una colonia romana fondata nel 184 a.C. vicino all’omonimo fiume Potentia. I resti visibili sono quelli di una domus, i portici dell’antico foro e un tempio. 

Via S. Maria in Potenza- Porto Recanati 

Parco di Suasa - Castelleone di Suasa

Visibile il “municipium”, un centro importante della valle, a vocazione soprattutto commerciale a servizio di un grande territorio a vocazione agricola. L’area mostra anche i resti di uno degli anfiteatri più grandi della regione (98 metri x 77). Parzialmente, si ammira anche il Foro commerciale. I resti dell’edilizia privata, invece, sono la maggioranza: residenze risalenti al 2° secolo a.C.

Contrada Pian Volpello - Castelleone di Suasa (AN)

Domus dei Coiedii - Castelleone di Suasa

Si tratta del complesso residenziale più ricco e apparteneva alla famiglia di Coiedii, una famiglia senatoria di Suasa, risalente al periodo tra il 2° e il 5° secolo a.C. L'area fa parte del Parco di Suasa. 

Contrada Pian Volpello - Castelleone di Suasa (AN)

Colombarone 

L’area risalente al 3° secolo d.C. fa parte del parco San Bartolo e mostra, tra gli altri reperti, una villa e un’antica basilica. 

Area urbana “La Fenice” - Senigallia

Un incrocio stradale e una domus, trovate durante nel 1990 la costruzione del nuovo teatro “La Fenice”. Oggi è un percorso nella storia con ricostruzioni dell’antico paesaggio. 

Viale Leopardi, snc - Senigallia 

“Antiquarium” e “Domus del mito” - Sant'Angelo in Vado

L’area di circa 1 chilometro quadrato si sviluppa intorno alla trecentesca chiesa di Santa Maria extra muros, con reperti neolitici e romani. 

Via Pratello Santa Maria, snc - Sant'Angelo in Vado 

Septenteda - San Severino

La strada costituiva il decumano massimo della città; alcuni tratti di essa sono stati scavati, ma non sono attualmente visibili. Nei pressi della chiesa di S. Maria della Pieve è stato messo in luce un incrocio di due strade urbane lastricate con grossi basoli e con crepidini laterali. Le mura della città erano costruite in opera quadrata con blocchi di arenaria. Nella zona a nord della strada statale è situato un edificio termale di notevole ampiezza, i cui ambienti si sviluppano attorno ad un vasto cortile pavimentato in opus spicatum.  Più ad ovest, sono stati di recente resi visibili i resti di un complesso artigianale con fornaci per la produzione di vasi di terra sigillata.

Strada Statale Settempedana – loc. Santa Maria della Pieve, San Severino Marche
(aperto su richiesta – tel.  071 5029811)

Falerone

Il parco archeologico è formato principalmente dall’area urbana dell’antica città di Falerio Picenus, integrata dalle attigue aree cimiteriali e dalle ville suburbane. Il teatro si presenta ancora oggi come un monumentale edificio che, seppure saccheggiato nella sua decorazione, si staglia ancora isolato in mezzo alla campagna, all’ombra di una quercia, al termine di un breve vialetto.È uno dei teatri romani meglio conservati delle Marche e viene tuttora utilizzato in estate per numerose rappresentazioni. La presenza del Museo Civico Archeologico a Falerone a circa due chilometri di distanza dall’area archeologica permette una conoscenza più approfondita dell’antica città romana, illustrandone gli aspetti della cultura materiale, delle produzioni artigianali (instrumentum domesticum) e delle manifestazioni artistiche locali (cippi e are funerarie, statue e sculture architettoniche)e fornendo preziose informazioni, attraverso la documentazione epigrafica sugli ordinamenti amministrativi e territoriali, su edifici e opere pubbliche. Oltre che nel locale Museo Archeologico di Falerone, nel quale sono tra l’altro esposte le statue d’epoca augustea provenienti dal teatro, molti resti della città romana sono conservati in diversi musei: mosaici pavimentali ai Musei Vaticani, e nel Museo Archeologico di Ascoli Piceno, una bella testa di Augusto e diversi frammenti architettonici all’Antiquarium di Fermo e nel Museo Archeologico nazionale delle Marche, ad Ancona.

Via Pozzo- Falerone

Forum Sempronii - Fossombrone

Il nome stesso del centro romano alla lettera significa “Foro di Sempronio”, dove il termine Forum indica propriamente un luogo di mercato, evidenziandone la naturale vocazione commerciale. Questo stretto legame con la rete stradale si rafforza in età romana, per la connessione di questo abitato con la viabilità dell’epoca e la sua collocazione equidistante rispetto ad altri importanti centri della regione. Gli scavi hanno dimostrato che il pianoro su cui sorse Forum Sempronii era già frequentato, se non occupato in forma stabile e continuativa, fin dal periodo piceno, con modalità al momento non ancora ben definite: le ipotesi avanzate propendono per un vero e proprio abitato o almeno per un centro di mercato, dato che qui si incontravano importanti direttrici viarie di età protostorica legate anche alla transumanza.

Località Parrocchia San Martino Del Piano- Fossombrone 

Parco di Cupramarittima

l territorio di Cupra Marittima era frequentato già nel corso del Paleolitico Inferiore e Medio lungo i terrazzi fluviali del Menocchia e dell’Aso. La sua storia nel periodo piceno riveste particolare importanza in relazione al santuario dedicato alla dea Cupra; ricche necropoli databili a partire dal VI sec a. C. documentano una realtà insediativa articolata. Con la conquista del Piceno da parte dei romani nel 268 a. C. il territorio entra a far parte dell’ager publicus. L’area del parco si estende a nord della città attuale per una superficie di circa 32 ettari; in essa si trovano evidenti tracce dell’impianto urbano della città romana di Cupra Marittima. Appena al di fuori della città sono visibili le strutture di una villa frequentata fino al IV sec. d.C. con un ninfeo con vasca centrale, pareti decorate da nicchioni e affrescate, ed esedra centrale anch’essa affrescata con scene marine. L’area del Foro è posta su un ampio pianoro in località “Civita” ove gli scavi hanno riportato alla luce i resti di un tempio a pianta rettangolare e due archi onorari. Si consiglia anche una visita al Museo Archeologico del Territorio.

SS16 Adriatica Km 375 - Cupra Marittima 

(Fonte: www.turismo.marche.it - #destinazionemarche)

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