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Giovedì, 8 Giugno 2023
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«Mi chiamo Lucio, ho 15 anni e costruisco mini-razzi ad energia nucleare»

Lo studente anconetano ha vinto insieme ai suoi giovani compagni di team una competizione nazionale

ANCONA - Si chiama Lucio Rossi, ha 15 anni ed è innamorato dello spazio. Il suo hobby è costruire modelli di razzi funzionanti che volano usando motori, in scala, di missili veri e propri. Con altri amici ha partecipato a una competizione nazionale costruendo un mini razzo alimentato ad energia nucleare. 

La competizione

Tra venerdì e domenica scorsi, nell'aviosuperficie di Molinella (Bologna) Lucio ha partecipato alla competizione CanSat Italia: una gara che coinvolge studenti delle scuole superiori che si riuniscono in team e costruiscono dei piccoli satelliti delle dimensioni di una lattina con tanto di sistemi di bordo usati per raccogliere diversi dati. Il gruppo di Lucio, chiamato ”India-9761 Rocketry Team” era composto dagli amici Arianna (15 anni, San Marino), Tommaso (15 anni, Rovigo), Alessandro (15 anni, Bologna), Alan(14 anni, Reggio Emilia), Riccardo (17 anni, Torino). «La nostra squadra ha costruito un CanSat alimentato grazie all’energia nucleare che si è staccato dal suolo alle ore 12:05 di sabato con uno dei razzi dell’Associazione Italiana di Razzimodellismo (ACME Italia Asd)- spiega Lucio- BetaSat, questo il nome del nostro satellite, ha raggiunto una quota di 917 metri e siamo riusciti a far funzionare tutti i sistemi di bordo nonché a recuperarlo con estrema fatica dopo circa 1 ora di ricerche e 3 chilometri sotto la pioggia battente. Il giorno successivo, domenica, abbiamo presentato alla giuria composta da fisici, astrofisici e divulgatori scientifici tutta la nostra missione e contro ogni pronostico siamo riusciti ad aggiudicarci il primo posto nella categoria “Tecnhical Achievement” e ad arrivare secondi nella classifica nazionale». 

«La nostra squadra è stata la più giovane che abbia mai partecipato alla competizione e la prima in assoluto ad essere composta da persone provenienti da scuole differenti, in regioni differenti, di età differenti e di conseguenza a non avere un appoggio in termini di conoscenze e di denaro da parte di una scuola- continua lo studente anconetano- è stata una vera sfida riuscire a costruire tutto vedendosi fisicamente solo 3 volte. Io, che all’interno della squadra mi sono occupato di realizzare tutto il software insieme a Riccardo, voglio ringraziare tutti gli studenti, i professori, i giudici e gli organizzatori che hanno partecipato a questo meraviglioso evento che più di competizione preferirei chiamare “scambio di idee”». 
 

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