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Fontana del Calamo, la cisterna nasconde una leggenda: «Se l'acqua berrai...»

La storia della fontana del Calamo si perde nel medioevo, la tradizione popolare la rende un luogo caratteristico della città

ANCONA - La fontana del Calamo è chimata anche Fontana delle Tredici Cannelle per via delle 13 bocche da cui esce l’acqua. Realizzata in pietra calcarea, è composta da 13 mascheroni di fauni e satiri  che gettano acqua, quello centrale fatto di pietra e gli altri in bronzo. E' stata completamente ricostruita nel 1560 secondo il progetto di Pellegrino Tibaldi, ma già nel medioevo in quel punto esatto c'era un'altra fontana. Pare che la denominazione "calamo" derivi dal latino "calamus", ovvero "canna", per via della palude che esisteva allora.

La fontana riceve acqua dall'acquedotto cittadino, nell'antichità invece si riforniva da una cisterna che si trova nascosta dal muro alle sue spalle, che a sua volt riceveva dall'acquedotto del Monte Conero. Alla destra della fontana esiste un passaggio che permette di visitare la grande cisterna. Secondo un'antica tradizione, il viaggiatore che volesse tornare in città dovrebbe bere l'acqua che sgorga dalla fontana. Il detto popolare recita: "Se alla fontana berrai, ad Ancona tornerai".

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