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La casa di terra a due passi da Jesi: un capolavoro di architettura rurale

ella crescita demografica fra l’800 ed il ‘900, le case realizzate in terra cruda e paglia sono state la risposta alla richiesta di alloggi e contestuale indisponibilità economica

MONTE ROBERTO - Il 13 marzo, in occasione della Giornata nazionale del Paesaggio, istituita dal Ministero della Cultura, la “casa di terra” in località Ponte Magno a Monte Roberto è stata aperta alle visite. Nella crescita demografica fra l’800 ed il ‘900, le case realizzate in terra cruda e paglia sono state la risposta alla richiesta di alloggi e contestuale indisponibilità economica; i materiali erano facilmente reperibili e la tecnologia costruttiva era semplice ed accessibile. Questo tipo di abitazioni erano parte del paesaggio rurale e delle borgate popolari a ridosso delle città ma erano anche il simbolo di una quotidianità misera ed appena sopra la sussistenza, che le ha portate ad essere volutamente dimenticate in fretta, un po' per vergogna un po' per esorcizzare la povertà che simboleggiavano.  La loro tecnologia costruttiva, che oggi definiremmo a basso impatto ambientale, le porta letteralmente a disfarsi in breve tempo in assenza di adeguata manutenzione, proprio per questo molte sono andate perdute, in quanto solo di recente se ne è compresa la necessità di tutela, proprio perché testimonianza di una storia recente e di ciò che era il nostro paesaggio fino a pochi decenni fa.

 La casa di Ponte Magno è rimasta fra le poche testimonianze di questa modalità di edificare. Abbandonata e lasciata senza manutenzione per lungo tempo, nel 1996 è stata donata al Comune di Monte Roberto ed oggetto di recupero. Il restauro si è protratto nel tempo in quanto esso ha costituito l’occasione per avviare un processo di ricerca sulle tecniche di costruzione adottate, sull’evoluzione della funzionalizzazione degli ambienti  e sulle modalità di recupero dell’edificio compatibilmente con rispetto della sua struttura e delle sue origini. La Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio delle Marche ne ha promosso il restauro ed ora che è terminato la casa di terra può essere destinata alle visite.

Domenica 13 è stato possibile visitare l’edificio e nella mattinata la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio ha promosso le visite guidate. I numerosi visitatori sono stati guidati dall’Architetto Alessandra Pacheco, che ha curato ed illustrato agli ospiti le varie fasi del restauro, e dall’Ingegnere Camilla Tassi che ha descritto l’utilizzo della terra cruda nelle diverse culture ed aree del mondo e dettagliato le applicazioni utilizzate nei territori marchigiani. Nella sola mattinata un centinaio di persone hanno partecipato alle visite, attratte da una realtà storica tanto recente quanto in fretta dimenticata.  Molti sono stati incuriositi dalle modalità costruttive che, seppur apparentemente rudimentali e basate sulla sola ed elementare esperienza, si rivelano particolarmente moderne,  efficienti e “green” perché pochissimo energivore tanto nelle fasi di realizzazione, considerato che la terra cruda è lasciata essiccare senza utilizzo di combustibili,  quanto nella loro gestione quotidiana, essendo dotate di una rilevante resa termica. La casa di terra resterà aperta anche nella giornata di oggi (14 marzo), dalle 14 alle 17. 
 

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