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Prima l'economia, poi la consacrazione con il fumetto: Alessandro Giampaoletti

Studiava economia e finanze. La calcolatrice gli piaceva, ma la matita di più. A tu per tu con uno dei fumettisti più conosciuti del territorio: «Allenate la vostra immaginazione»

Studiava economia e finanze, la calcolatrice gli piaceva, ma la matita di più. Alessandro Giampaoletti è un classe ’88. Uno di quelli, cioè, cresciuti nel mito delle Tartarughe Ninja e Bikers Mice. La passione per i cartoni e per il disegno, ma soprattutto lo studio, lo ha allontanato da moltiplicazioni e divisioni per trasformarlo in uno dei fumettisti più conosciuti del nostro territorio. In libreria, da poche settimane, c’è “Edo e le paure di Terratetra”. Si tratta di un libro (manco a dirlo, a fumetti) pubblicato insieme a Marco Greganti ed edito dalla casa Tunué. Marco ha scritto la storia, Alessandro gli ha dato forma nei disegni. Si tratta di una novella per bambini dai 7 anni in su e narra le vicende di un bambino che perde la sorellina in un centro commerciale. Per ritrovarla, finisce in un mondo chiamato “Terratetra”. Incontrerà Gorgo, un dinosauro, insieme ad altri personaggi e sfide. E’ l’ultima fatica in ordine di tempo, l’ultima tappa di un viaggio partito da “Rats” nel 2018. 

Alessandro Giampaoletti, l'arte del fumetto "Made in Jesi" - IL VIDEO

«Rats è stato il mio primo fumetto creato con Gabriele Luzi, un comic indipendente che poi è piaciuto ed è stato pubblicato- racconta il fumettista- è molto ispirato alle Tartarughe Ninja». La storia è quella di un ragazzo paraplegico e di un topolino che diventano un tutt’uno. Rats, la creatura che ne viene fuori, si batte contro il cattivo di turno: «Il messaggio? Di solito lo lascio a chi legge- spiega Alessandro- chiaramente c’è una storia di avventura per i ragazzi ma anche qualcosa di più profondo che riguarda il rispetto delle diversità». “Rats” è stata la prima pubblicazione nazionale: «Vedere il prodotto ristampato in libreria è sempre forte e gratificante» dice Alessandro, che oggi crea storie illustrate per la serie “Letrabots” e i suoi disegno accompagnano giocattoli in vendita in edicola. Ma come si passa da economia a i fumetti: «Disegnavo solo per passione, poi ho provato la scuola di Comics a Jesi, oggi “Acca Academy” dove sono insegnante di fumetto». Disegnare però è un conto, raccontare storie è un altro. Serve immaginazione, ma quella si può allenare? «Certamente, io prima disegnavo personaggio in modo sconnesso ma l’inventiva la affini con più risorse- spiega Alessandro- con la scuola di fumetto ho capito in che modo il disegno piò essere forma di narrazione, poi capisci come alimentare l’immaginazione attraverso la lettura. E’ importante anche la raccolta di foto e documentazione e, se non li subisci, anche i videogames possono stimolare l’inventiva.». Per realizzare un fumetto, Alessandro legge la sceneggiatura: «Poi vado a cercare e a richiamare stereotipi, aggiungendo qualcosa di mio». E’ uno della “vecchia guardia”, disegna al computer: «Oggi i ragazzi usano solo i software e va bene, la differenza la fa chi disegna non il sistema che usi. Se però parliamo di piacere, io quando ho del tempo libero uso ancora la buona vecchia matita». 

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