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Alluvione Marche, l’appello alle istituzioni: «La DAD non può essere la soluzione alle emergenze»

Il Coordinamento Genitori Democratici Ancona e il Comitato Priorità alla Scuola Marche si sono rivolti alle istituzioni

ANCONA- Il Coordinamento Genitori Democratici Ancona e il Comitato Priorità alla Scuola Marche, partendo dalla terribile alluvione che si è abbattuta nella provincia anconetana, hanno voluto formulare alcuni quesiti che sono rivolti alle istituzioni:

«La tragica alluvione, che ha colpito la provincia di Ancona e di Pesaro lo scorso 15 settembre, sta avendo un forte impatto anche sulla frequenza scolastica di migliaia di studenti. Dalle notizie che abbiamo, almeno 100 scuole hanno subìto dei danni e non è chiaro ancora a nessuno come queste saranno ripristinate e in che tempi per consentire la ripresa delle lezioni in presenza. Ad una settimana da quel tragico giorno, però, chiediamo risposte. Lo chiedono in primis gli studenti, i docenti e le famiglie che hanno il diritto di chiedere ed ottenere riscontro da parte delle istituzioni, le quali sono tenute ad organizzare piani di intervento chiari e puntuali».

E ancora: «In particolare, ci rivolgiamo all'Usr ed al suo Direttore Egr. Dott. Filisetti, alla Giunta Regionale, al Presidente Francesco Acquaroli, all'Assessore Regionale all'Istruzione Giorgia Latini e alle Amministrazioni comunali interessate con le seguenti domande: qual è il piano di intervento previsto per la riapertura delle scuole, per l'accesso a tutti gli studenti colpiti dall'alluvione ai servizi scolastici? Sono stati stanziati, nell'immediato, fondi dal Governo centrale pari a 5 mln/euro: quando e in quale modo è previsto che vengano impiegati? Considerata la chiusura degli istituti scolastici per ordinanze, c'è chi - implicitamente o meno - ha già avanzato l'ipotesi di DAD per ovviare all'eventuale prolungamento di tali chiusure».

Scendendo nello specifico: «Ora ci e vi chiediamo: In che modo si può pensare che le famiglie colpite dalla devastante alluvione che ha portato a dolorose perdite umane e a perdite materiali (ci sono persone che hanno perso tutto, dall'abitazione ai beni personali di ogni genere) possano sostenere una didattica a distanza che presuppone l'utilizzo di mezzi tecnologici (che potrebbero essere andati persi) ed ancora prima la possibilità di seguire le lezioni dalla propria abitazione, che potenzialmente potrebbe essere interessata da interventi di pulizia dal fango e detriti? E quanti invece non hanno avuto la terribile sfortuna di essere colpiti dall'alluvione, perché dovrebbero subire la DAD come ennesimo ripiego? La scuola con la frequenza in presenza dovrebbe essere assicurata come servizio essenziale, mettendo in campo tutte le risorse necessarie per far fronte anche alle situazioni di emergenza, perché anzi è proprio nelle situazioni di emergenza che diventa indispensabile garantire a tutti, studenti e famiglie, una normalità che è l’unico modo virtuoso di reagire alle situazioni più avverse, che riporta ad una gestione rassicurante e solidale delle vite e contrasta l'isolamento e le discriminazioni di ogni genere».

In conclusione «In questo momento non bastano pensieri e parole, ma c’è bisogno di azioni e risorse, come hanno dimostrato i tanti volontari che si sono organizzati ed hanno portato aiuto concreto, materiale ed economico. Se è vero che le Istituzioni sono state colte alla sprovvista e non sono riuscite ad allertare per tempo la popolazione prima che si contassero morti, feriti, dispersi e danni, adesso dovrebbero sentire ancor più il dovere di essere presenti, innanzitutto fisicamente (troppo impegnati tutti con la campagna elettorale?) e poi con attività mirate ed efficaci per il ripristino, almeno, dello stato dei luoghi: parliamo di diversi milioni di euro e di almeno 100 scuole danneggiate dall’alluvione. E’ necessario restituire quanto prima queste 100 scuole alla loro attività, che è fatta di scuola in presenza: o in presenza a scuola sono previste solo le elezioni politiche?».

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