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Vallesina leader nell'introduzione della telemedicina, il dottor Pozzi: «Rivoluzionata l'assistenza ai pazienti»

La città di Jesi e l’intero territorio della Vallesina si confermano leader nelle Marche per l’introduzione della telemedicina. Lo annuncia con soddisfazione il dott. Marco Pozzi, medico e direttore della struttura di Cardiologia e Cardiochirurgia pediatrica presso gli Ospedali Riuniti di Ancona nonché responsabile del progetto rotariano di telemedicina

La città di Jesi e l’intero territorio della Vallesina si confermano leader nelle Marche per l’introduzione della telemedicina. Lo annuncia con soddisfazione il dott. Marco Pozzi, medico e direttore della struttura di Cardiologia e Cardiochirurgia pediatrica presso gli Ospedali Riuniti di Ancona nonché responsabile del progetto rotariano di telemedicina. Un sistema che offre la possibilità di fare teleconsulti e telemonitoraggi dei pazienti, rivoluzionando così l’ambito dell’assistenza.

«Come Rotary, due anni fa, abbiamo sviluppato il progetto di telemedicina nelle regioni di Marche, Abruzzo, Umbria e Molise – racconta Pozzi -. Il fine era seguire in via telematica i pazienti collegati da casa e o dalle strutture residenziali, per mantenere durante la pandemia un alto livello di assistenza nonostante le condizioni di isolamento e le difficoltà negli spostamenti». Un sistema che oggi non si rivolge più solo ai pazienti covid ma anche a persone affette da patologie croniche ed oncologiche che li rendono più fragili: «In questo contesto – spiega Pozzi -  nel territorio di Jesi e Vallesina, è partito un progetto che ha avuto uno sviluppo più articolato ed esteso rispetto al resto delle Marche e delle altre regioni». I risultati ottenuti sono stati il frutto di un lavoro di squadra: «In primis, abbiamo coinvolto una rete di medici di medicina generale – aggiunge il responsabile del progetto rotariano -. Grazie poi alla collaborazione con IOM abbiamo acquistato quattro apparecchi per quattro gruppi di patologie - cardiache, polmonari, otorinolaringoiatriche e dermatologiche - per fare valutazioni su pazienti trattati ‘a domicilio’ o collegati da strutture private o pubbliche protette». La rete si è poi estesa: «Sono stati coinvolti via via nel progetto anche i medici ospedalieri di queste quattro aree di patologie, ottenendo una risposta entusiasta – prosegue Pozzi -. Il rapporto di collaborazione con i medici ospedalieri è stato un passaggio fondamentale per ottenere refertazioni e consultazioni in merito alle condizioni dei pazienti seguiti. In questo modo non solo è migliorato il livello di assistenza ma sono stati ridotti anche la necessità di spostamento e il carico di lavoro, diminuendo gli accessi in ospedale». Il progetto prosegue nel suo sviluppo: «In ultimo, stiamo avviando campagne di prevenzione in merito ad alcune patologie croniche come il diabete – aggiunge Pozzi – seguendo un programma che include visite ambulatoriali per valutare lo stato della patologia e il suo andamento nel tempo, controllandone più efficacemente l’evoluzione senza aspettare che le condizioni dei pazienti si complichino in senso peggiorativo».

A questo punto, perché nel territorio di Jesi e Vallesina la telemedicina ha visto questa progressione? «Il progetto non ha gambe, il suo successo è dovuto al fatto di aver trovato su questo territorio un team motivato. Tra le varie figure che hanno contribuito spicca sicuramente quella del dottor Guglielmo Cherubini che, sin dall’inizio, si è impegnato non solo per sviluppare l’iniziativa ma anche per farla conoscere, avviando la collaborazione con i medici ospedalieri e sviluppando un programma per i pazienti con patologie croniche. E come non ringraziare poi anche Marialuisa Quaglieri, direttrice di IOM, che ci ha seguito in questo percorso sin dall’inizio: il contributo di IOM Jesi e Vallesina è stato essenziale per rendere possibile sul piano pratico lo sviluppo del progetto. Sono queste persone che hanno fatto la differenza e spero con loro di poter continuare, impiegando al meglio le risorse del PNRR»

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